Immigrazione: la rotta da est che confluisce a “destra” – (Cartolina dai campi di concentramento)

Immigrazione: la rotta da est che confluisce a “destra” – (Cartolina dai campi di concentramento)

Di Lucaa del Negro

Dei dati numerici di questa epocale era indicata a ragion di stato (delle cose) della “sostituzione”, si dica anche etnica, di genere, di generazione eccetera, ne ho già abbondantemente sconfessato ogni utilità, e questo per conservare la barra in una posizione equidistante dalla retorica e soprattutto dalla strumentalizzazione. (Si veda il collegamento [QUI] semmai fosse poco chiaro questo concetto sempre in attesa di disapprovazione che sembra non arrivare mai, nemmeno in dose minima di ragionamento per sconfessare la tesi che insisto (sic!) a comunicare)

Di conseguenza, teorizzare e men che mai proporre “soluzioni” al di fuori della propaganda bastarda, significa rasentare il ridicolo nell’Italia di oggi, o meglio, portare il seguito verso soglie di sbarramento previste alle elezioni politiche qualora esse si dovessero avvicinare, e il pensiero alla Lega del Salvini degli ultimi governi è d’obbligo

Nella fattispecie, i richiami all’ordine che una certa sinistra scongiura al governo di destra, sono difficili da interpretare, od al limite, da segnalare a dei bravi analisti (politici) quando certe oratorie lacerano nel profondo (l’influenza #DEhBOT o più semplicemente l’AI non sono da escludere in tal senso) l’ideologia edificata dai grandi pensatori che quel pensiero politico lo fondarono.

Eppure, Regioni governate da molti anni da quelli che utilizzano vocaboli dal sapore patriottico e risoluto ogni situazione lo consenta e chi si definiscono di “destra”, sono quelle che di fatto sono soffocate dalla non gestione dell’immigrazione, dall’espansione della micro criminalità, dal degrado urbano generalizzato, laddove nel mezzogiorno, sembra quasi che tutto sommato, si possa “tirare a campare” quasi come nulla fosse con un reddito a disposizione.
Sarà vero?

I mass media registrano tutto: l’interpretazione delle notizie però è il serio problema che non può essere affrontato di questi tempi perché non se ne sente l’esigenza, o meglio, perché le masse non sono in grado di pretendere questo esercizio democratico per definizione, in quanto il pensiero che sono in grado di produrre è troppo limitato ed allo stesso tempo limitante.

Fatto questo ulteriore preambolo, indispensabile per scuotere il lettore, senza curarsi delle cifre (repetita iuvant), l’agitazione dei termini quali “sbarchi”, “clandestini”, “blocco navale”, “accordi bilaterali” e così via, conduce alla tumulazione delle fonti ed a quella delle vere ragioni di chi questi termini li sferra, nascondendo di fatto l’origine ideologica che a ben vedere non può esistere a livello politico, perché le uniche verità necessarie ma disattese, sono la legalità e la giustizia e, né la destra né la sinistra in Italia le garantiscono!

Le leggi “sbagliate” -provengano dal legislatore di Roma e/o Bruxelles- andrebbero abrogate o quantomeno discusse con vigore sovranista (l’emergenza nazionale è un dato di fatto) perché, quelle in essere riguardo questo tema, non sono solamente un clamoroso errore tout court ma, addirittura favoriscono l’aumentare del problema per cui esse sono state chiamate a soluzione!

I Paesi dai quali le masse di disperati provengono, quasi tutti senza un Governo che non sia più che altro “gruppo di lavoro armato” senza contatto con la cittadinanza e sostenuti (tenuti in stabile condizione di non implodere) economicamente da élite/giunte militari laddove non si trovino in una condizione sociale drammatica di guerra conclamata, arrancano nel malaffare; la estrema generalizzazione che offro, potrebbe essere utile per una chiarezza che vo’ cercando e che alla luce delle “rozze scritture militari” che state facendo in queste ore, crude quanto basta, assolutamente sterili, dovrebbero farVi ulteriormente pensare.

I vertici degli Stati in questione, Tunisia piuttosto che Pakistan, Libia, Nigeria o Afghanistan che si voglia citare con rispetto, nelle condizioni appena citate in cui svolgono il loro “mandato”, del danaro hanno letteralmente fame e, l’interlocutore donna sorridente dalle alte suole -l’onorevole Meloni-adornata da strisce di stoffa pieghettate come guarnizione ai propri abiti, fa’ credere a questi che pretendere dei soldi dal Paese che ella rappresenta sia uno sporco giuoco a tratti pure divertente.
I barconi, quindi, per quanto appena scritto con evidente poco rispetto ma conscio che razze e culture e diversità sono l’Umanità stessa che non si può pretendere di uniformare con la penna e la carta e magari per soddisfare il proprio ego forse malato, non rappresentano “il problema” ma, “un problema”, e forse ancora gestibile in queste Lande… (Rimango [QUI] a disposizione per affrontare la questione)

In Turchia ci sono milioni (milioni!) di Persone in attesa di partire a piedi per le rotte Balcaniche verso il nord Europa; da anni e secondo le volontà del leader turco Erdogan il quale apre e chiude i cancelli per gli interessi del suo Paese da sbattere sul tavolo della EU dei banchieri, essi arrivano quotidianamente proprio nelle Regioni che a parole assicurano gli elettori riguardo sicurezza e gestione del problema, laddove l’infilrazione mafiosa nei Centri di accoglienza è ormai certezza come lo è l’ambiguità delle Cooperative/Consorzi vicini alle Caritas che generano profitto.

I Paesi dell’est in quanto strade maestre di questo esodo, non hanno grandi difficoltà: io stesso sono stato più volte testimone e viaggiatore dei pullman che attraversano la frontiera italiana da est carichi di profughi, tutti alla luce del sole e con biglietto pagato spesso anche dalle polizie locali, con buona pace dei cittadini italiani e sloveni (questi ultimi tirano spesso dritto non riconoscendo l’autorità) che debbono esibire “patente e libretto” ai giovani impreparati (geograficamente) militari meridionali stipati su scassati assetati “Lince” diesel ai valichi di frontiera.
Macedonia, Bosnia, Serbia e Montenegro, pur adottando misure severe con i disperati, altro non possono fare: è più o meno lo stesso trattamento che offrono ai propri cittadini, tutti stretti nelle difficoltà economiche che l’Europa ben conosce e lascia correre per sfruttare al meglio.

La Croazia (uno spaccato più dettagliato è [QUI] disponibile) è impegnata nell’unica e sempre in crescita sua ricchezza: il turismo lungo il Mare Adriatico. E’ ovvio che Zagabria tutela al massimo questa naturale risorsa e non permette assolutamente interferenze, spingendo all’interno verso la Slovenia (piccolissimo Paese di transito già trampolino di lancio caricato al limite massimo dagli ex fratelli jugoslavi che tentano il ricongiungimento famigliare in Germania e Austria) oppure verso altre rotte limitrofe gli indesiderati migranti.
(La politica estera ed interna dell’Ungheria di Orban la conosciamo tutti, anche i conformisti del Governo, non si pensi il contrario; quella di Bulgaria e Romania la potremmo pure immaginare… E la Grecia? Orbene, è il “secondo serbatoio” dopo la Turchia, Paese dove “i Dublino” nascono… e mai più faranno ritorno…)

La situazione in Polonia differisce da quella in Cechia e Slovacchia: se queste ultime due non rappresentano luoghi per cui rifarsi una vita e soprattutto non hanno neppure minime risorse da destinare “al mondo povero” per cui tentare la via di Banska Bystrica (Slovacchia) per fare un nome a caso è idea insensata per non aggiungere altro ed infierire, la Polonia è praticamente lo Stato più consapevole e pronto (la parata militare ferragostana nella Capitale è stata storica e straordnaria!) alla guerra in corso in Ucraina. Sia chiaro: non è questo un deterrente per i migranti provenienti da sud, ma lo è se si contano gli oltre due milioni e mezzo (!) di profughi ucraini spesati da Varsavia, i quali, dopo due anni cominciano a pesare, a togliere spazi già prima piuttosto stretti ai cultori della Vodka.

Tra qualche mese ci saranno le elezioni politiche in Polonia e, come in Germania -altro Paese davvero impegnato con gli immigrati, leggi gestirli davvero, non lasciati una parte allo sbando sui marciapiedi a delinquere e gli altri in strutture divenute ormai lager come si fa’ nel Nord/Centro Italia…- i Partiti di estrema destra e diciamo ultra-nazionalisti, se non verranno dichiarati fuorilegge con tutto quanto potrà comportare l’esclusione di milioni di iscritti, come minimo bisognerà riconsiderare Orban come un moderato cristiano con cui intavolare un programma politico di tutela dei confini.

E’ un azzardo di geopolitica questo articoletto e lo è sicuramente perché la guerra alle porte dell’Europa è ancora tutta da definirsi; gli attori non sono pochi e le rivalse, storiche prima di quelle dei Mercati che l’hanno generata, sono ancora lì in attesa in Europa, come i polacchi aspettano al varco i figli (ed i Territori) di Stepan Bandera.

Chi indica “destra” e “sinistra” in modo da rivendicare questi schieramenti politici contrapposizione, segno di opposti, differenti ideali e politiche di governo alternative e, chi insiste a designare “strade statunitensi” (le due facce della stessa moneta!) mete obbligate per raggiungere libertà ed autonomia, notatelo bene nell’Italia di oggi ed attivate la cultura del sospetto: potrebbe diventare il Vostro (nuovo) capò.

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Lucaa del Negrohttps://autorenegro.org
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[Foto: “Birkenau”; collezione dell’Autore -> https://autorenegro.org/photographx/]

***Immagine di copertina: di Lucaa del Negro

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