Di Lucaa del Negro
La deriva consumista che ha retto e continua a reggere le democrazie, oggi nella fase finale del ciclo o quantomeno nella disperata corsa schiavista per l’ultima fase -un veleno somministrato a minime dosi nella società civile- dopo aver considerato il fenomeno delle “aspettative crescenti” integrato alla conflittualità emergente dello stabilire e conciliare il rinnovamento dei diritti e dei doveri puntualizzati dalla cosiddetta psicologia sociale, non si presta ad alcun tipo di analisi soddisfacente, laddove “il bisogno” è, rimane, senza pari vitale e uniformato, dispiegato in maniera tale da mutare in patologia degenerativa come appunto gli studiosi di questa scienza registrano negli appunti ancora molto disordinati.
(La coazione di automatico pensiero è già disponibile, sebbene e per il momento, le macchine risultano operanti grazie alla umana conduzione connessa nell’attività per il loro controllo… DEFINIZIONI DISPONIBILI NEL “QUADERNO di GUERRA” con l’introduzione del Direttore E. Urso Anfuso QUI, collegamento attivo)
Le rincorse Occidentali atte al mantenimento dell’ordine (democratico) di cui non (ri)conoscono più la sostenibilità, vedi ogni cosa qualificata nel “green” che pretende una collocazione industriale, dopo aver digerito nel totale fallimento l’epilogo di ogni guerra che si è svolta e si svolge nel nostro mondo –quell’attività produttiva e nel medio termine redditizia sempre ai vertici economici di ogni Nazione democratica- sembrano essere incontrollate, possedute da gruppi di pressione definibili forse come “esteti” già attivi nello stabilizzare i territori, creatori di prodotti pressoché inutili oppure talmente utili quanto dannosi al tempo stesso, vedi ancora per il banale esempio l’elettrificazione delle automobili, il cosiddetto cambiamento climatico, le reti sociali informatiche che nascondono ma non annullano il fabbisogno esagerato di energia non disponibile a sufficienza.
Tutto ciò -per semplificare, nell’assunto di estendere il pensiero senza distinzioni di sorta, in maniera universale…- compone il clima di guerra, materia che si addensa come carcinoma in un corpo -la democrazia- piuttosto malandato.

(Lo sguardo -mirato- è ovviamente al “dopoguerra”, la fase che eleva i sopravvissuti e superstiti nel piccolo olimpo dei revisionisti, disciplina molto seria che il Gotha pone al vertice di ogni attività possibile.)
La domanda per poco inevitabile, non traendo al momento e per questa digressione nessuna lezione dal ultraterreno e dalla teologia in particolare, è la seguente:
il riparo, lo scudo, la protezione, esistono davvero oppure l’ignoranza attraverso le psicosi e le altre malattie addirittura indotte (virus, batteri e sostanze nocive introdotti nell’aria, nell’alimentazione, nei farmaci…) conducono inesorabilmente allo sterminio laddove il genocidio viene considerato danno secondario eppure trattazione da porre a verifica?
Fintanto l’opinione pubblica farà fuoco sui Governi, sui singoli esponenti (in Italia le insistenti e interscambiabili composizioni che riportano alla “Destra e Sinistra” con i loro consumati attori di spicco, consegnano più che una matura società civile, una in miniatura, un laboratorio filosofico di scuola elementare per bambini che prende spunto da materiali già esistenti, come fiabe, cartoni animati, canzoni e quant’altro…) e non sulla propria condizione, sulla stabilità esistenziale oltre l’identitario senza ridurre la radice (culturale, religiosa, storica accertata, artistica eccetera), la salvezza rimane questione di latitudine, una fortuita e fortunata possibilità che noi stessi ci costruiamo all’interno del caos, l’involucro che contiene anche questo stupido scritto (inutile perché non supportato come si conviene) definibile anch’esso certamente come tassello all’interno del periodo prodromo alla violenza e barbarie in linea di arrivo.
autorenegro.org
Foto copertina:“Modelli” – da www.edizionidelfaro.it/libro/photographx con prefazione a cura del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
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