Risvegliare l’autocoscienza

Risvegliare l’autocoscienza

Rubrica settimanale a cura del dottor Claudio Rao

« É necessario lasciare che la psiche si evolva senza impedimenti. Per noi è un’arte, che la gente non capisce; la loro coscienza interviene continuamente per aiutare, correggere, eliminare, e impedisce il naturale divenire dei processi psichici » (Jung, citato a braccio).

Denis, cinquantenne, giunge nel mio studio trafelato. È sereno, ma sente la necessità di condividere un vissuto che lo ha sorpreso come una rivelazione. Particolarmente stressato per il matrimonio della sua unica figlia, continuava a riprodurre tutta una serie di gaffes e, sotto il pressante invito della moglie, si era risolto a prenotare una seduta di rilassamento. « Non riuscivo a capire come  un’oretta di “concentrazione sulla respirazione” potesse evacuare la tensione e le preoccupazioni che “mi ribollivano dentro”! Infatti, come avevo previsto, cominciavo e ricominciavo continuamente gli esercizî. Invano. Fu soltanto durante gli ultimi dieci minuti che riuscii davvero a distendermi. I miei pensieri erano sempre lì presenti: reperire un locale per il rinfresco che fosse disponibile ma anche all’altezza dell’evento, coordinare la programmazione delle musiche adatte e simbolicamente significative… Solo che queste preoccupazioni non erano più così invadenti nella mia mente! Avevo la sensazione di riuscire a dominarle, a prenderne le dovute distanze. Insomma, non me ne sentivo più vittima ma protagonista. Non erano più una fissazione totalizzante, ecco. Ho scoperto che posso affrontare le mie difficoltà una alla volta senza sentirmene emotivamente monopolizzato! ».

Essere se stessi nel momento che stiamo vivendo. Percepirsi pienamente presente: nella respirazione, nel movimento, nel camminare, guardare, discutere… Sono cose che facciamo ogni giorno, meccanicamente, senza quasi rendercene conto, ma di cui riscopriamo l’intensità e la ricchezza il giorno in cui rischiamo di perderle per sempre!

Spesso, infatti, è nei peggiori momenti della nostra vita, nei drammi, nelle disgrazie che ci possono colpire che desideriamo solo aggrapparci al presente. Un vissuto che si manifesta, purtroppo, soltanto nel corso di una malattia, in un soggiorno all’ospedale o alla frontiera con la morte: in fin di vita, durante un lutto. Allora in noi sorge o si risveglia la voglia di mordere la vita, di goderne, di approfittare delle piccole-grandi gioie che ci offre.

Ma è davvero necessario attendere questi momenti drammatici per assaporare il presente e relativizzare le preoccupazioni che ci tormentano? Ogni momento della nostra vita è un dono straordinario che abbiamo la fortuna di sperimentare. E che dovremmo imparare a goderci, prima che sia troppo tardi.

Prestare attenzione, concentrarci su ciò che stiamo vivendo non è un riflesso così spontaneo e naturale per noi adulti. Per prendere le distanze da un vissuto ci saranno necessarî un certo sforzo, un minimo di vigilanza, un po’ di concentrazione. Lo scrittore tedesco Eckhart Tolle, nel suo libro « Il potere di Adesso », editore My Life, ci spiega con esemplificazioni ed esercizî pratici, come rimanere ancorati al momento presente. Per l’autore dell’opera, tradotta in 33 lingue, è importante “tenere sotto controllo ogni forma di pensiero”, questo continuo monologo interiore che farebbe di noi dei “pensatori compulsivi”. Concentrandoci piuttosto su ciò che proviamo, le nostre emozioni. Emozioni che ci consiglia di “accogliere” senza giudicarle, analizzarle: come se fossimo un osservatore esterno, neutrale. Così facendo potremo ritrovare il dominio di noi stessi perché, assicura, dubbi, ansie e paure scompariranno come sono apparse non avendo più potere sulla nostra mente.

Per favorire questa evoluzione, il dottor John Kabat-Zinn, statunitense, professore emerito di medicina e fondatore della Stress Reduction Clinic (presso l’Università del Massachusetts) ha proposto tutta una serie di esercizî di meditazione per fronteggiare ansia, stress, sofferenza e malattia, migliorando le proprie condizioni psico-fisiche. « Lo scopo della meditazione non è il cercare di accedere ad un’altra dimensione – precisa – ma di permetterci di essere esattamente come siamo, dove siamo e di consentire al mondo di essere esattamente ciò che è in quel preciso momento ».

Qualche suggerimento ancora più concreto?

  • Dedicare ogni giorno un momento per riconnetterci con noi stessi, con ciò che abbiamo di più importante in questo momento nella nostra vita.
  • Installarsi comodamente o passeggiare e concentrarci sulle nostre sensazioni corporee.
  • Lasciare spazio a tutte le nostre emozioni, evitando di concentrarci su una sola o di orientarne la direzione.
  • Cogliere tutto ciò che ci viene in mente senza alcuno sforzo, né giudizio, né altra reazione.
  • Alimentare pensieri amorevoli e compassionevoli verso noi stessi e verso gli altri.
  • Ampliare il campo della coscienza di sé a tutta la nostra esperienza di vita.

***Il dottor Claudio Rao risponde alle tue domande e ai tuoi dubbi sui temi trattati all’interno della sua rubrica. Scrivi a: claudio.rao@gliscomunicati.it

*Immagine di copertina fornita dall’autore

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici e non ha mai ricevuto finanziamenti privati fino al Marzo del 2023.

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