Vivere al ritmo dei giorni e delle stagioni

Vivere al ritmo dei giorni e delle stagioni

Rubrica settimanale a cura del dottor Claudio Rao

Possiamo vivere intensamente il presente quando lottiamo continuamente contro la mancanza di sonno o di luminosità? Le giornate vanno progressivamente accorciandosi ed alcuni di noi ne risentono già gli effetti su morale e bioritmi.

« Vivevo ai ritmi della vita metropolitana, delle persone stressate e sempre di corsa, quando improvvisamente ho subìto una specie di cortocircuito – A parlare è Julia, la paziente di un collega psicoterapeuta, presentatasi in studio proprio per questo problema – Il mio medico mi ha detto che le mie difese immunitarie stanno scemando. Ad ogni cambiamento del tempo mi sento più irritabile e più vulnerabile ad ogni sorta di malanno. I cali di attenzione sono frequenti nelle mie giornate. Il mio riposo notturno è disturbato e ultimamente ho anche dei problemi gastrointestinali. In pratica i momenti gradevoli da vivere sono ormai rarissimi. Prima di prescrivermi dei farmaci, il dottore mi ha interrogata sul mio stile di vita. Da un paio d’anni, oltre ai miei turni di lavoro, sostituisco i colleghi due notti a settimana. Con mio marito non abbiamo più gli stessi orari: mi capita di uscire di casa prima che lui si svegli o di rientrare quando lui è già a letto. Inutile dirle che la nostra intimità è ridotta ai minimi termini. Ciò che più mi allarma è l’abbassamento delle mie capacità. Ho l’impressione di non riuscire a recuperare le ore di sonno e di riposo, un po’ come un cellulare che ha sempre la batteria mezza scarica! Il mio medico, interrompendomi bruscamente, mi ha fortemente raccomandato ritmi di vita più regolari per favorire la ripresa del mio organismo ».

Risulta chiaro che vivere intensamente il presente in queste ed analoghe situazioni non è facile. La natura ci ha “regolati” per riposare nelle ore notturne ed attivarci in quelle diurne. I giorni e le notti cadenzano il nostro quotidiano fin dalla culla. Animali e vegetali alternano periodi di riposo a periodi di attività.

Gli studiosi ci parlano di “ritmi biologici” o bioritmi. Perfino le nostre performances variano a seconda dei periodi della giornata. « Noi noi siamo sempre identici a noi stessi nel corso delle 24 ore e tanto meno nel corso dell’anno. Le nostre capacità fisiche e intellettive variano a seconda dei giorni e delle stagioni » assicura il ricercatore francese Alain Reinberg. Sono variazioni periodiche che hanno il ritmo di un “orologio biologico”.

La Cronobiologia ci conferma, dati alla mano, che siamo sensibili ai giorni e alle stagioni. Lavorare ad orari irregolari, viaggiare attraversando i fusi orari, iniziare a lavorare prima dell’alba o coricarci dopo il crepuscolo sono i ritmi a cui molti sono sottoposti, ma decisamente controcorrente con il nostro ritmo naturale. Tanto da arrivare ad alterare il funzionamento del nostro organismo. Quando gli orarî di lavoro non seguono il nostro “orologio interno”, possono verificarsi spiacevoli “guasti”, come nel caso di Julia.

Risulta quindi indispensabile per la salute – ammonisce la Cronobiologia – rispettare l’orologio biologico del nostro organismo. Quotidianamente. Relativamente a sonno, alimentazione, lavoro. Potremmo improvvisare un mini-questionario di verifica e orientamento.

Dormiamo a sufficienza (e riposiamo bene)? Siamo più attivi al mattino o alla sera? In che momento della giornata siamo più in forma e abbiamo più energia per riflettere e lavorare? Mangiamo ad ore fisse o mobili?

Ricordiamoci che un bambino, un adolescente, un adulto o un anziano non hanno gli stessi bioritmi, nè le stesse necessità di ore di sonno.

In certi casi di astenia o di depressione stagionale, gli specialisti delle professioni di aiuto possono prescriverci di attenerci strettamente ai nostri ritmi biologici per regolarizzare le attività fisiche e cerebrali e risalire la china.

Nessun farmaco – precisiamolo – può efficacemente compensare gli squilibrî di una notte in bianco, di décalage orario, di carenza di sonno riparatore o di un’insufficiente esposizione alla luce solare. La cosa migliore resta quella di adeguarci al meglio al ritmo dei giorni e delle stagioni.

La maggior parte di noi sembra godersi maggiormente la vita in estate piuttosto che in inverno. Le giornate più corte, il cambio dell’ora, le temperature più rigide impattano il nostro umore. La cosiddetta “depressione stagionale” o SAD (disturbo affettivo stagionale), è una vera e propria sindrome, collegata ad uno squilibrio biochimico del nostro cervello. « Man mano che le stagioni cambiano, le persone sperimentano uno spostamento dell’orologio biologico interno e del ritmo circadiano che può far sì che non siano al passo col programma giornaliero.¹ » A Bruxelles, nella sede dell’Euro-Anpec® (associazione europea di Pedagogia Clinica®) alcuni colleghi medici e psicologi attrezzarono una sala per la “luminoterapìa”, rivelatasi utilissima.

L’inverno è altresì, non dimentichiamolo, la stagione ideale per godersi maggiormente il tepore di casa, restare più a lungo sotto le coperte, godersi il fuoco del caminetto e le complicità familiari. Una cioccolata calda, un bel libro avvolti in una coperta calda. Giochi di società in famiglia o tra amici. Un bicchierino di liquore dopo cena a lume di candela. O, per coloro che vivono con più dinamismo questo periodo dell’anno, gli sci, le racchette da neve, lo snowboard, il pattinaggio, l’alpinismo…

Ogni stagione ha il suo fascino, a ciascuno di noi saperne approfittare, concedendosi dei piccoli momenti, dei brevi piaceri capaci di compensare le aperità di cui la vita è cosparsa.

¹ www.cabpolidiagnostico.it (SAD – la depressione stagionale, cos’è e come curarla.

***Il dottor Claudio Rao risponde alle domande dei lettori.
Scrivete a: claudio.rao@gliscomunicati.it

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