Inflazione, aumento dei prezzi e stangate per le famiglie

Inflazione, aumento dei prezzi e stangate per le famiglie

La redazione

L’inflazione ancora elevatissima e pari al 7,9% a luglio è una tragedia per i consumatori e avrà effetti pesantissimi sull’economia nazionale: proprio su questo punto il nuovo Governo dovrà dimostrare di saper intervenire in maniera rapida ed efficace, arrestando il salasso in corso da parte delle famiglie. Lo afferma il Codacons analizzando i dati Istat diffusi dall’Istat.

Il tasso di inflazione al 7,9% si traduce a parità di consumi in una maggiore spesa pari a +2.427 euro annui per la famiglia “tipo”, che raggiungono +3.152 euro annui per un nucleo con due figli, considerata la totalità dei consumi di una famiglia – calcola il Codacons.

Considerato l’andamento complessivo dell’inflazione nel nostro Paese questo significa che, a parità di consumi, gli italiani subiscono nel corso dell’anno un aggravio di spesa pari a complessi +53,5 miliardi di euro per l’acquisto di beni e servizi rispetto al 2021, di cui 10,9 miliardi di euro solo per la spesa alimentare a causa proprio dell’aumento di prezzi e tariffe.

“Siamo in presenza di una vera e propria emergenza nazionale che avrà effetti pesanti sull’economia e sulle condizioni economiche delle famiglie” – spiega il presidente Carlo Rienzi. “L’unica soluzione concreta riguarda un contenimento strutturale dei prezzi dei beni primari, attraverso misure in grado di abbattere listini e tariffe e riportare gli uni e le altre a livelli accettabili, anche ricorrendo a tariffe amministrate: una strada che il Governo Draghi ha per ora scelto di non seguire, lasciando milioni di italiani in balia di inflazione e speculazioni”.

La speranza è che – in vista delle elezioni – il nuovo Governo abbia la legittimità e il coraggio di intervenire in maniera finalmente efficace, a tutela delle tasche dei milioni di italiani dissanguate da una situazione economica insostenibile.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici e non ha mai ricevuto finanziamenti privati fino al Marzo del 2023.

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