Italia: diritti civili e sanità – stavamo messi molto male prima della pandemia, ora di più…

Italia: diritti civili e sanità – stavamo messi molto male prima della pandemia, ora di più…

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Dal marzo del 2020 mi occupo di scandagliare tra le righe di quanto viene comunicato in Italia sul fronte della pandemia da SarsCov2. Attraverso la metodica pubblicazione delle puntate della mi articolata inchiesta, che è ora giunta alla 19ma, ho fatto emergere le discrepanze sui dati dichiarati e quelli effettivi, sugli scandali legati allo sperpero di denaro pubblico tra inutili sedie a rotelle, ora gettate nel pattume, appalti concessi ad aziende fantasma durante la gestione dell’emergenza da parte di Domenico Arcuri, ma anche delle circolari ministeriali emanate dall’inossidabile ministro Roberto Speranza, la stessa persona che ha scritto il libro dal titolo “Perché guariremo”, informazioni che non abbiamo potuto apprendere in quanto il libro fu subito ritirato dal commercio.

Sono solo alcune delle tante, troppe, criticità nazionali in relazione a un pandemonio. Un pandemonio, attenzione, non tanto creato da un virus, quanto dalla palese mala gestione dell’emergenza sanitaria. Pennellate fosche hanno oscurato per sempre la già poca fiducia che molti italiani riponevano nello Stato italiano, che attraverso i governi in carica ha reso possibile un sistema paese infernale.

Se qualcosa può non funzionare o funzionare male, venite a vivere in Italia: il delirio è assicurato.

Lo sappiamo bene noi cittadini, che nel momento in cui tentiamo di accedere al diritto alle cure attraverso il tanto vantato “Sistema Sanitario Nazionale universale”, veniamo consigliati di andarci a pagare specialisti, analisi e cure, a meno che non si desideri attendere mesi, anche più di un anno, per ottenere questo “diritto”, che rimane sulla carta.

Per chiarire la situazione pre-pandemica, vi invito anche alla lettura di questa mia indagine che fu pubblicata in esclusiva per Libero edizione in edicola:

Ora la situazione si è di molto aggravata. Tempo fa arrivò anche il The Washington Post ad affermare che l’Italia appare essere un laboratorio sperimentale di aberrazioni. Lo dico e descrivo da anni attraverso la pubblicazione di certi miei articoli, ma il fatto che ne parli la stimata testata non fa che confermare quella che sapevo già non essere una mera opinione personale.

In questa nazione occorre viverci per comprendere quanto sia aberrante farlo.

Sanità distrutta, fiscalità aberrante, carta costituzionale metodicamente stracciata ben prima di ricorrere alle attuali riforme, che prevedono lacrime, sangue e sudore persino per le generazioni a venire.

Denaro pubblico, frutto dei nostri immani sforzi a contribuire oltremodo alle spese dello Stato? Gettati nella pattumiera, o generosamente intascati da coloro che dovevano gestire la cosa pubblica. Non so quanti di voi conoscano la Costituzione. Io la studio da anni, e rammento anche cosa recita l’art. 35: Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Nulla di quanto è espresso in questo articolo corrisponde a realtà nel paese a regime democratico, ma solo sulla carta, e a evidente regime di abuso di potere nella realtà dei fatti.

Non mi dilungherò nell’ennesima lista delle cose che non vanno e da molti anni, le viviamo tutti ogni giorno. Ora però si è passato il segno ed è il momento di farla finita con queste pretese,  perché si tratta della salute, della vita, della sicurezza, della tutela dell’organismo degli esseri umani.

Anche a fronte degli errori commessi dal ministero della Salute, che decise cure inappropriate, protocolli che ancora oggi sono imposti negli ospedali, anche se la situazione fortemente cambiata nel corso di questi due anni, e anche a fronte delle persone che si vaccinano e si beccano, nella migliore delle ipotesi, una miocardite o pericardite, o gli effetti sul ciclo mestruale che molte donne stanno subendo, con un aumento inquietante del flusso sanguigno, che la stessa FDA ha ammesso di dover verificare, in Italia si IMPONE.

Si impone di perdere lo stipendio se non ci si sottopone all’inoculazione di un farmaco in sperimentazione, e lo dice l’EMA, l’organo superiore all’Aifa.

Si impone a persone che si sono beccate la pericardite o la miocardite dopo l’inoculazione, a sottoporsi ai “booster”: una cattiveria che supera l’arroganza di un certo potere politico.

Si impone a tutti di assoggettarsi al dio farmaco in sperimentazione, senza alcun tipo di criterio, arrivando a minacciare di togliere la patria genitoriale a chi si rifiuterà di inoculare anche i bambini, anche se persino sui bugiardini di questi farmaci è scritto chiaramente che “Non va somministrato al di sotto dei 12 anni”.

Quando inizia, anni fa, a scrivere pezzi sul criterio della dittatura intangibile, sapevo che se avessero compiuto il passo oltre questa intangibilità, già grave come sistema, non si sarebbero fermati. Sta accadendo e sta accadendo ora. E accade solo in Italia. Perché in nessun paese civile, europeo o extraeuropeo, anche a fronte di eventuali obblighi vaccinali, i governi privano i lavoratori dello stipendio, del pane, del denaro per pagare mutui e le bollette più esose d’Europa già ben prima delle problematiche a cui stiamo assistendo e legate alle diatribe di politica internazionale.

Se è questa l’Italia che vi piace, io mi auto sospendo dall’essere italiana.

Se è questo il paese per cui ho lottato e continuo a lottare, io mi dissocio da questa parte di popolazione che ammette le aberrazioni come sistema paese.

Non ho altro da aggiungere, almeno per ora. Non si può accettare che a un sistema di abuso di potere, ormai radicato da anni in questa nazione, si aggiungano abusi di ogni sorta contro chi questa nazione l’ha portata avanti a ogni costo, e non parlo certo della componente politica, e dirigenziale, del paese.

Un recente editoriale del condirettore di Libero, Pietro Senaldi, pubblicato lo scorso 14 febbrario: si, sembra proprio vendetta contro gli italiani…

Il link alla versione digitale dell’editoriale di Pietro Senaldi: https://www.liberoquotidiano.it/news/commenti-e-opinioni/30474250/green-pass-pietro-senaldi-roberto-speranza-ora-basta-cosi-solo-vendetta.html

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici e non ha mai ricevuto finanziamenti privati fino al Marzo del 2023.

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