Giornata del gatto: l’appello al governo di veterinari e aziende del settore per i.v.a. agevolata al 10% su prestazioni e alimenti per gatti e cani

giornata del gatto

Si stima che in Italia siano più di 60 milioni gli animali d’affezione, 7,3 milioni di gatti, membri a tutti gli effetti delle famiglie. Contribuiscono attivamente alla gioia e al benessere dei proprietari, una dipendenza emotiva reciproca, spontanea e genuina. Prendersi cura di un animale domestico è in cima alla classifica delle attività che hanno un maggiore impatto positivo nella vita.

Non sono oggetti e la loro salute è interesse di tutta la collettività. Eppure, i loro alimenti – così come quelli per i cani – e le prestazioni veterinarie sono gravati da un’aliquota pari a quella dei beni di lusso: 22%.

Il 40% delle famiglie italiane vive con un cane e/o un gatto e sopporta un’IVA pari a più di 3 volte quella delle famiglie tedesche. In Germania, in considerazione della quotidianità d’utilizzo e del ruolo degli animali d’affezione in società, l’aliquota IVA sugli alimenti per cani e gatti è al 7%. Un carico fiscale importante che ricade direttamente sulle famiglie italiane, incompatibile con l’attuale pressione fiscale e con l’impoverimento globale post-emergenza.

Per questo, veterinari e aziende del settore chiedono al Governo e al Parlamento che, al primo provvedimento utile, le prestazioni veterinarie e gli alimenti per cani e gatti vengano permanentemente collocati in fascia IVA agevolata al 10%, la stessa dei medicinali veterinari. La lettera aperta inviata a Governo e Parlamento è stata firmata da Assalco (Associazione Nazionale tra le Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia) insieme alle maggiori sigle del settore che riuniscono Medici Veterinari e Imprese dell’alimentazione animale e dei farmaci veterinari (Anmvi, Fnovi, Simevep, Enpav, Aisa, Assalco, Ascofarve e Assalzoo).

La lettera aperta al governo:

Le motivazioni della richiesta al governo:

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici e non ha mai ricevuto finanziamenti privati fino al Marzo del 2023.

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