Rubrica a cura del dottor Claudio Rao
Mi sono sempre detto che, una volta libero da impegni lavorativi troppo assorbenti, mi sarei dedicato con piacere all’apprendimento di una lingua straniera. Non una lingua utile per i viaggi o per l’evoluzione socio-economica del pianeta, intendiamoci. Un idioma da scoprire unicamente per farmi piacere, per l’interesse verso il popolo che la parla o la cultura che rappresenta o, più semplicemente, le sonorità che essa esprime. Sembra una banalità, un semplice sfizio, invece potrebbe essere un valore aggiunto contro il mio invecchiamento cerebrale!
È vero che imparare una lingua straniera non è facile e richiede un certo impegno, ma anche senza raggiungere un livello eccezionale nel nuovo idioma, questo apprendimento modifica le nostre strutture neuronali e può rivelarsi estremamente benefico per il nostro cervello.
Quando impariamo un’altra lingua, facciamo contemporaneamente appello alle nostre capacità di ascolto, concentrazione, comprensione e memorizzazione. L’esercizio coinvolge dunque diverse aree cerebrali, tra cui l’area di Broca¹ e l’area di Wernicke².
Queste due aree sono complementari. Quando si impara una lingua, è indispensabile utilizzare contemporaneamente entrambe le aree, per evitarci, per esempio, di capire una lingua straniera senza riuscire a parlarla!
Il consiglio dunque è esercitarci a conversare oralmente nella lingua che stiamo imparando, oppure formulare i nostri pensieri ad alta voce nella nuova lingua onde allenarci alla produzione di frasi.
L’apprendimento di una lingua straniera cambia letteralmente il nostro cervello: ha un impatto duraturo sulle nostre strutture mentali, talora con effetti molto positivi.
Nelle mie ricerche ho scoperto che gli specialisti hanno riscontrato almeno una decina di cambiamenti nelle persone che imparano una nuova lingua.
- Il loro cervello si sviluppa
- La loro capacità di riconoscere i diversi suoni migliora
- Diventa loro più agevole controllare l’interferenza tra le lingue
- La loro intuizione si sviluppa
- Imparano a fare errori senza drammatizzare, anzi!
- Diventano più creativi
- Migliorano la loro competenza interculturale
- Aumentano la loro tolleranza all’ambiguità
- Prendono decisioni più razionali
- Ritardano il proprio invecchiamento cerebrale
Allora, anche se non saremo mai perfettamente bilingui in arabo, russo o cinese mandarino, ricordiamoci che i nostri sforzi per imparare un’altra lingua non saranno vani e che il semplice atto di praticarla può migliorare la nostra salute e il nostro funzionamento cognitivo!
¹ Situata nell’emisfero sinistro del cervello, l’area di Broca venne individualta dal neurochirurgo francese Paul Broca. Un suo paziente era stato colpito ictus e non era in grado di pronunciare una frase completa, pur comprendendo ciò che gli veniva detto. Quando, dopo il suo decesso, il cervello fu esaminato, Broca osservò una marcata lesione nella corteccia frontale inferiore sinistra, che lo portò a identificare questa regione del cervello come un’area coinvolta nella produzione del linguaggio. Essa permette anche di esprimersi in una lingua straniera e di separare lingue diverse.
² Collegata all’area di Broca da fibre nervose, l’area di Wernicke fu scoperta qualche anno dopo dal neurologo tedesco Carl Wernicke. Anch’essa è situata nell’emisfero sinistro, è coinvolta nella comprensione del linguaggio e del significato delle parole (in caso di danno a quest’area, la persona conserva la capacità di parlare, ma il discorso diventa incoerente o privo di significato).
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