Pensiero e tecnologia: chi comanda chi?

Pensiero e tecnologia: chi comanda chi?

Di Claudio Rao

Una riflessione a ruota libera su una realtà che impatta la nostra quotidianità.

Liberazione versione 2025

Oggi le tecnologie digitali, gli smartphone in particolare, occupano un ruolo centrale nella nostra vita. Ci informano, ci connettono… ma siamo padroni dei nostri strumenti o ne siamo diventati dipendenti?

La tecnologia moderna è uno strumento di libertà o una fonte di alienazione per lo spirito umano?

  • Gli strumenti tecnici sono un’estensione dell’uomo

Tecnologia deriva dal greco technè: arte, sapere. L’uomo si distingue per la sua capacità di creare strumenti (pensiamo a Platone, al mito di Prometeo). Bergson ci insegna che la mano dell’uomo è fatta per l’utensile. La tecnologia estende le facoltà umane come la macchina estende le gambe o il telefono estende la voce.

Tuttavia, quando lo strumento diventa troppo intelligente o troppo invasivo, non estende più: sostituisce. Fino a rischiare di prendere il sopravvento, a dominare!

  • Alienazione da tecnologia: la perdita del sé

Alienazione significa diventare estranei a se stessi, perdere la propria libertà. Marx spiegava che nel lavoro industriale l’uomo diventa schiavo della macchina.

Oggi l’alienazione sembra essere piuttosto cognitiva: i nostri pensieri  possono venire influenzati, diretti e perfino orientati (dandoci l’impressione di pensare da soli). Il telefono rischia di esaurirci mentalmente, di farci perdere il pensiero critico.

Più concretamente: le costanti notifiche causano la perdita di concentrazione, gli algoritmi decidono per noi (con spot che anticipano le nostre richieste), la dipendenza digitale tende a trasformarsi in dipendenza psicologica.

  • Recuperiamo lo spirito critico

Bernard Stiegler ci invettiva: dobbiamo “riprendere il controllo della nostra mente”. Riconoscendo i vantaggi e perfino i valori della tecnologia che non è un male in sé: tutto dipende da come viene usata!

Come una volta nella scuola si parlava di educazione all’immagine,oggiabbiamo bisogno di un’autentica educazione digitale che crei distanza critica, favorendo un tempo per il silenzio e la riflessione. Memori del monito di Kant: « Abbiate il coraggio di usare la vostra comprensione. La libertà inizia con il pensiero autonomo ».

Consideriamo che già attualmente l’uomo non è più solo il creatore di macchine, ma rischia di diventarne il prodotto. È urgente ed improcrastinabile il bisogno di pensare, di interrogarci e d’imparare a pensare se non controcorrente, almeno autonomamente. Per rimanere liberi e umani.

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