Rubrica a cura del dottor Claudio Rao
Letto così, tutto di seguito, potrebbe sembrare una formula magica tipo Sim sala bim. Eppure questi tre termini sono parole cariche di significato che abitano le nostre vite e colorano le nostre relazioni.
Su simpatia ed empatia abbiamo già riferito in precedenti articoli di questa rubrica. Per promemoria, ricordiamo che simpatia è una percezione di situazioni in maniera simile ad un’altra persona, una forma di sollecitudine verso l’altro, ma – a differenza dell’empatia – non implica una condivisione dell’emozione dell’altro. L’empatia infatti è l’abilità di percepire e sentire direttamente ed in modo esperienziale le emozioni di un’altra persona così come lei le sente, indipendentemente dalla condivisione della sua visione della realtà. Questo la rende fondamentale per costruire connessioni profonde e comprendere le emozioni degli altri. La ritroviamo nelle interazioni sociali e nelle relazioni personali.
L‘exotopia invece è un concetto che non conoscevo, che mi ha suggerito Antonio, giovane e brillante infermiere o – come si dice attualmente – operatore sanitario responsabile dell’assistenza generale infermieristica.
L’exotopia è la capacità di mantenere una distanza emotiva, utile per analizzare problemi in modo obiettivo e imparziale. Si tratta di un processo della mente che favorisce un coinvolgimento nella ricerca concettuale dei valori.
Sperimentiamo questo vissuto quando interagiamo con persone che hanno una prospettiva, una cultura o uno stile di vita molto diverso dal nostro.
Sostanzialmente, potremmo definirla l’accettazione dell’altro in quanto necessariamente diverso da me, sia nel modo di sentire sia nell’orizzonte di senso che porta.
Exotopia è un ascolto attivo di comprensione di ciò che dice un’altra persona, che prevede la sospensione dei propri giudizi e l’assunzione di un atteggiamento da osservatore che va alla scoperta del mondo dell’altro.
Un cambio di lavoro, l’inizio di un corso di formazione su un tema sconosciuto, un viaggio all’estero sono tutte esperienze in cui siamo chiamati ad acquisire un nuovo modo di vedere e concepire le cose e che possiamo fare tramite l’ascolto.
L’exotopia (essere fuori da), diversamente dall’empatia, non richiede una partecipazione emotiva, ovvero di sentire che emozione prova l’altro, ma solo un coinvolgimento nella ricerca razionale dei significati.
Una capacità utilissima non solo a studiosi, ricercatori e professionisti dell’aiuto alla persona. Nella vita di tutti i giorni, per esempio, l’exotopia può permettere ai manager e ai negoziatori di mantenere una visione obiettiva e critica durante le trattative, evitando di farsi influenzare dalle emozioni!
Per saperne di più: https://www.formas-ti.ch/images/sito-empatia-vs-exotopia-esplorare-la-differenza.pdf
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