Palestina, Ucraina, etc…: “We are (this) world, we are (the) problem…”

Palestina, Ucraina, etc…: “We are (this) world, we are (the) problem…”

Di Lucaa del Negro

Rilevo questo scritto, ormai datato come lo è ogni cosa che appare attraverso internet superate le 48 ore circa, al fine di proporre una ulteriore esperienza per riflettere, ammesso e non concesso qualcuno si avvicini con pazienza, interesse, e disposizione critico-positiva per intavolare una discussione tenendo al di fuori la cosiddetta IA.

Ciò che segue, in parte già pubblicato su un’altra rivista (Zafferano.news) e disponibile QUI, sono pensieri sommari in contrasto con la programmata dissoluzione del singolo, espressioni su di cui un contesto antropologico e ben preciso della società moderna accelerando il corso distruttivo, pone veto, oblio; la negazione dell’esistenza del singolo, indi del pensiero possibilmente critico, ovvero la “prima guerra” della società Occidentale e capitalista, si combatte nella rete Inter-Net, soggetto di cui non si vuole considerarne l’aspetto militare.

E’ doveroso per il sottoscritto rimandare tutti alle nuove definizioni di guerra, a quelle di cui non avete contezza, grammatica che Vi è sconosciuta e senza la quale ogni singolo pensiero che leggo in tema oggi, diviene elementare, banale e spesso conformista, colpevole.

Tant’è, lo scrivo spesso… (QUI potreste ritrovare la saggezza perduta)

Inter-Net è tutto il nostro presente; la sua è una permeazione planetaria all’apparenza intramontabile, ancorché il linguaggio ne è stato assimilato ed ivi compreso.
Porsi la domanda discostante se, se questo “sistema di informazioni” sia non necessario ma almeno utile e non solamente utilizzo per la evoluzione comunicativa ed espressiva delle masse, non può avere una risposta connotata da perentorietà e riconducibile alla forma “sì” oppure “no” e, nemmeno un giudizio bilanciato da una qualche condizione sociale particolare è garanzia per una risposta che abbia senso compiuto per questo tempo.

Senza incoraggiare una ricerca storica e filosofica nei tempi remoti, è sufficiente, per la natura semplicistica del mezzo, (il riferimento è al sistema binario: “0;1”) avvalersi di alcuni concetti ed espressioni di circostanza casuali, presi dal recente passato ed esposti da quei pensatori cosiddetti “moderni” che ne avevano -non direttamente- ipotizzato ed intravisto le relazioni pur senza averne valutato gli ultimi sviluppi, attestandosi questi in un contesto antropologico ben preciso della società moderna in cui essi sono vissuti o vivono tutt’ora. L’emulazione, fine caratteristica internettiana, è quindi presa all’inverso nel tempo per quanto concerne la applicazione sua attraverso i media ed è, anche questa, una dimostrazione della figura plasmabile e dilagante e possibile che se ne ricava dall’uso quotidiano.

Essendo “sistema informatico”, composizione e scomposizione numerica, Inter-Net è sì una parte della scienza informatica e matematica e quindi ha a che fare con la logica, ma il suo prevalente uso (corso) è “mediatico”; Inter-Net ha assunto, creando una certa confusione, un “corpo” pseudo-creativo che però è -per la sua essenza e per la sua effimera qualità dei risultati “non-risultati”- un concetto (nuovo) di sterilità. E’ molto importante per poter decifrare in qualche modo la sua portata saper discernere e quindi scindere da Inter-Net stesso tutto quanto è in correlazione con la creatività, lasciando e relegando esso stesso (sistema) come attività numerica ed asettica.

Per trovare in estrema sintesi un argomentazione che avvalori quanto esposto, troviamo nelle parole dell’intellettuale Pier Paolo Pasolini, scrittore e regista cinematografico, un interessante divagazione mediatica definita come “intervista”, svoltasi in uno studio radio-televisivo italiano. Interrogato sulla valenza ed opportuna “novità” della comunicazione di massa veicolata -siamo nei primissimi anni ’60- egli espresse senza indugio che la stessa “possibilità” era paradossalmente una forma di carcerazione della parola.

La non libertà era immediatamente disponibile e, il mezzo di diffusione ne era la portante. Eloquente fu la sua esternazione che esclamò con convinzione spiazzando gli interlocutori (intervistatori) in questi termini:  -“Posso davvero dire, dire  tutto quello che voglio ora, in questo preciso istante?”-

Inter-Net ha in qualche modo quasi soppiantato il “broadcast” come lo abbiamo inteso fino a qualche anno fa’ e ne è l’attuale evoluzione; rimane una forma numerica e digitale, quasi perfetta, da ritenersi sterile dal punto di vista della espressione intesa come comunicazione -è bene ricordarlo- di massa e non solo quando distinto come mezzo e/o servizio. Stabilita forma evolutiva della comunicazione e quindi veicolo di aggregazione così come viene proposto dai social, è necessario ricordare come e quando e perché è stata sviluppata questa “rete” e soprattutto da chi.

Non vi deve essere nessun pregiudizio sulla “maternità digitale” ed i primi  scopi della applicazione Inter-Net: i militari statunitensi se ne sono serviti per primi e, quando hanno capito della poca influenza del mezzo per le proprie operazioni di guerra “tradizionale”, ne hanno deciso la pubblica disponibilità; forse -ma è da dimostrare- la propaganda per  il suo consumo e conseguente controllo remoto è stata pensata come ultima efficacia e tutto questo, determina per ora  la definitiva prova cagionevole di una qualche responsabilità, dicasi militare, di vigilanza, di sorveglianza o spionaggio da parte di chicchessia, Nazione o Super-nazione. 

All’epoca in cui Inter-Net era ancora in una forma di sviluppo avanzato e quindi ad appannaggio dei militari, il Segretario di Stato americano Henry Kissinger, noto personaggio di spessore politico e dotato di una eccelsa qualità di ragionamento, scriveva in materia di pace e guerra in Asia, alcune interessanti opinioni personali qui estrapolate in qualche maniera con:

l’elaboratore elettronico, (il computer, non ancora “personal computer” -ndr), consente l’accesso ad innumerevoli fonti di dati, ma…

  • elimina la costrizione di sintesi concettuale
  • restringe la prospettiva
  • rende difficile la valutazione dei singoli eventi

Non sono questi dei principi o dogmi accertati, ma sono interessanti punti di riferimento perché provengono da un uomo che è stato in qualche modo uno degli artefici e quindi un importantissimo membro di coloro che hanno potuto sperimentare ed analizzare nei primi processi Inter-Net stesso, a partire dal progetto “Arpanet” negli anni sessanta.

Rappresentano quelle argute indicazioni di massima, pensiero concettuale che viene definito da un analisi filosofica marxista come “astrazione”, ed è il solo termine possibile per esprimere un onesto concetto, perché la serie di indicazioni di Kissinger sono e rimangono inscindibilmente frutto di una scelta politica ben precisa, cioè non tengono conto del processo storico che le ha determinate, non individuano e non lo vogliono fare nel loro insieme il “corso del tempo”, limitandosi a constatarlo come “fine” e “risultato”. In quelle parole si legge con pochi dubbi de: “la descrizione dell’evento”, la “conseguenza”, la “fatale e collaterale analisi del risultato”.

La deriva di pensiero -in breve- non è più “processo storico”, ma viene confermata dall’analisi dell’illustre americano solo dall’evento stesso e, questo “modus operandi” nasconde piuttosto efficacemente -facendo perdere la percezione alle masse- il dominio dell’educazione all’ineguaglianza economico-sociale.

La guerra, ad esempio, continuazione indispensabile agli imperialismi, un tempo sinonimo di “verifica delle forze in campo”, non può essere battuta dall’inefficace pacifismo e semplificata come “catastrofe”, perché se è vero come è vero abbia una sua “grammatica”, è parte  perfetta della “logica” di chi intende continuare a dettare ritmi di sviluppo o meglio di non-sviluppo forzato imperialista attraverso di essa.

Inter-Net non si discosta semplicemente da una certa sua “caratteristica originale”: la efficace proliferazione di questa “attività digitale” mette ombra sulle capacità di pensiero (ana)logico dell’Uomo libero-libero. Le relazioni umane ne sono affette a tal punto che, paradosso per paradosso, anche le indicazioni (di parte) qui citate, vengono qui avvalorate quale “verità” che si sconfessa allo stesso tempo, clonando il significato e precludendo attraverso la sua attività numerica una conclusione analogica, eticamente corretta nelle sue differenze e pragmatica. Universale. Oltre il divino.

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Lucaa del Negro (2015+2023)

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