Cambiamento climatico – “Owning the Weather in 2025”: lo studio per gestire i cambiamenti climatici per scopi bellici che fu commissionato dalla difesa USA negli anni ’90

Cambiamento climatico – “Owning the Weather in 2025”: lo studio per gestire i cambiamenti climatici per scopi bellici che fu commissionato dalla difesa USA negli anni ’90

Indagine del direttore responsabile Emila Urso Anfuso

Per dominare l’umanità si deve possedere la gestione di ogni ambito dell’esistenza e degli eventi di tipo naturale. Se puoi gestire il tempo inteso come il trascorrere delle ore, dei giorni, dei mesi e degli anni, il tuo potere sul resto dell’umanità è immenso.

Riuscire a gestire e a manipolare anche il tempo atmosferico può apparire impossibile a molti eppure, nella drammatica corsa a chi può collezionare il maggior numero di azioni dominanti sugli esseri umani comuni, esistono anche progetti di questo tipo, che non fanno parte delle paranoie di qualche complottista bensì di programmi governativi progettati con scopi ben precisi.

A sapere nulla di simili progetti sono i soliti esseri umani comuni, a cui viene semmai data in pasto qualche fake news da sgranocchiare sui social per riempire il vuoto della mente, ormai obnubilata dalla perdita del tempo vitale operata anche attraverso i social network.

I social network e la gestione del tempo quotidiano

La gestione del tempo, effettivamente, ha una serie infinita di regole, metodi e trabocchetti, non ultimo lo smodato uso dei social da parte di tutti noi umani occidentali e non solo. Certi progetti atti a informatizzare zone isolate dal mondo, con la concessione di tablet a manovella e a basso costo e connessioni al web “per modernizzare” certi popoli, hanno più il sapore della gestione umana, non della semplificazione delle esistenze degli individui.

In certi casi servirebbero pozzi d’acqua, non tablet e connettività eppure si ragiona più su come fornire i secondi, non su come sanare il perenne problema della siccità o della fame.

Torniamo però sul tema centrale: quanto tempo trascorri ogni giorno su Twitter, su Facebook, su Instagram o su TikTok? Fai il conto (se hai il coraggio) e scoprirai quanto tempo ti viene sottratto quotidianamente da altre attività più umane, reali, di cui stai perdendo persino il ricordo.

Farò ora qualche esempio di attività umanamente normali di cui si sta perdendo persino il ricordo: fare una passeggiata, restare sdraiati su un divano a riflettere o a ricordare bei momenti trascorsi, sviluppare un progetto, ideare un sogno da realizzare, chiacchierare amabilmente con qualcuno ma a voce, al telefono o meglio, di presenza. Corteggiare una ragazza o una donna, spendendo il giusto tempo per rendere tutto romantico, perfetto. Guardare interamente un programma alla televisione, ascoltare un brano musicale a occhi chiusi. Passare qualche ora ogni giorno senza tenere il cellulare o il Tablet a portata di mano se non, addirittura, in mano.

Andare a dormire in un orario normale pur avendo potuto seguire qualche trasmissione interessante: hai notato, ovviamente, che anche l’inizio delle trasmisisoni di prima serata, col passare degli anni, è stato spostato sempre più in avanti e che per seguire una trasmissione fino alla fine dovresti far sempre notte fonda…

Nel momento in cui sei in grado di scoprire queste sottrazioni al tuo tempo, stai iniziando a comprendere come il tuo tempo vitale, sia gestito da altri. Potresti fare qualcosa, volendo, combattere contro questi furti reiterati, ma dovresti contrastare i tuoi stessi simili, i tuoi cari, i tuoi amici e i tuoi colleghi, che a loro volta sono caduti nel giogo del furto del loro tempo vitale. Per tale motivo anche chi sa, chi capisce e vorrebbe uscire da questo sistema, trova grosse difficoltà a mettere in pratica la ribellione: se vuoi uscire sei fuorii in tutti i sensi. Non potrai avere contatti col resto degli umani e sarai additato come un fuori di testa che non si uniforma alla “normalità”, resa tale dal fatto di essere stata abbracciata dalla maggior parte degli esseri umani.

Le finestre di Overton servono anche a convincere le masse di aver ragione per il solo fatto di essere parte della maggioranza. Tutto questo ha creato un giro vizioso surreale eppure ormai radicato, al punto da rischiare di essere indicati come il granello nel sistema perfetto se si sceglie di non farne parte per un sano senso di tutela di se stessi.

Chi ha ragione su chi e su cosa? Basterebbe tornare lucidi per qualche istante ogni giorno e la risposta sorgerebbe spontanea a ogni essere umano. Ma il tempo umano è sempre più contratto, non c’è, non deve esistere tempo per pensare e riflettere, si deve continuare a correre in avanti, verso un nulla, verso un vuoto che porta dritti dentro a un altro vuoto.

“Owning The Weather 2025”: possedere il tempo atmosferico entro il 2025 – Lo studio realizzato nel 1996 dal Defence Technical Information Center al servizio del Dipartimento della Difesa USA

Si può possedere il tempo atmosferico e gestirlo secondo la propria volontà? Sembrerebbe di si, almeno stando al contenuto del progetto statunitense “Owning The Weather 2025” pubblicato per la prima volta nel 1996. Il governo Stati Uniti lavora da decenni a questo progetto, che fa parte di una serie di progetti per il controllo degli elementi naturali ma anche per la gestione dell’esistenza umana sul pianeta Terra.

Quale volontà si nasconderebbe dietro l’idea di voler giungere a poter gestire il tempo atmosferico? Le motivazioni sono scritte a pagina 7 del documento, intitolata “Executive Summary” (Sintesi) che ho tradotto dalla lingua originale (Cosa che ogni lettore potrà fare autonomamente traducendo il documento originale che rendo pubblico alla fine di questo paragrafo)

2025 è uno studio progettato per ottemperare a una direttiva del capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare per esaminare i concetti, le capacità e le tecnologie di cui gli Stati Uniti avranno bisogno per dominare, in futuro, il tempo atmosferico. Presentato il 17 giugno 1996, questo rapporto è stato elaborato nella scuola del Dipartimento della Difesa
e in ambiente di libertà accademica nell’interesse di avanzare concetti relativi alla difesa nazionale. Le opinioni espresse in questo rapporto sono quelle degli autori e non riflettono la politica ufficiale o la posizione dell’Aeronautica degli Stati Uniti, Dipartimento della Difesa o governo degli Stati Uniti. Questo rapporto contiene rappresentazioni fittizie di situazioni/scenari futuri. Eventuali somiglianze con persone reali o eventi, diversi da quelli specificatamente citati, non sono intenzionali e sono solo a scopo illustrativo. Questa pubblicazione è stata esaminata dalle autorità di revisione della sicurezza e delle policy, non è classificata ed è stata approvata per il rilascio pubblico
“.

E’ interessante notare come da un lato si dichiari che il documento sia il risultato di studi, ricerche e analisi richieste dall’allora capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare statunitense, ma poi viene dichiarato che il risultato degli studi non riflettano la politica ufficiale o la posizione del governo degli Stati Uniti, della Difesa e dell’Aeronautica militare statunitense. Un altro fatto interessante è che questo studio fu reso subito pubblico, ma è necessario considerare che nel 1996 il web non era entrato nelle case degli esseri umani e la divulgazione di informazioni e documenti di questo genere non era alla portata di tutti.

Inserisco di seguito il documento originale che ho estratto direttamente dal sito ufficiale di Defense Technical Information Center, l’Istituto di ricerca e sviluppo di progetti e di informazioni tecniche per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, istituto che fu inaugurato nel 1945:

Al seguente link l’accesso diretto alla pagina del portale del sito Defense Technical Information Center che contiene il link per scaricare il documento: https://apps.dtic.mil/sti/citations/ADA333462

I seguenti link, invece, sono quelli che cristallizzano, quindi certificano, la reale pubblicazione di questo documento all’interno del sito Defense Technical Information Center: si tratta di uno strumento informatico che noi professionisti utilizziamo per non rischiare eventuali perdite di documenti o cancellazioni di inserimenti di documenti che possono verificarsi nel corso del tempo sul web:

Sintesi dello studio Owing The Weather 2025: offrire un sistema di modificazione metereologica per raggiungere obiettivi militari

Ecco cosa emerge dalla sintesi dello studio in questione:

Nel 2025, le forze aerospaziali statunitensi possono controllare il tempo atmosferico sfruttando le tecnologie emergenti e concentrando lo sviluppo di tali tecnologie sulle applicazioni di guerra. Tale capacità offre ai combattenti di guerra gli strumenti per modellare lo spazio di battaglia in modalità mai rese prima possibili. Fornisce opportunità per influenzare le operazioni attraverso l’intero spettro dei conflitti ed è pertinente a tutti i possibili futuri. Lo scopo di questo documento è delineare una strategia per l’uso di un futuro sistema di modificazione meteorologica per raggiungere obiettivi militari piuttosto che fornire una road map tecnica dettagliata. Uno sforzo ad alto rischio e ad alta ricompensa, la modifica del clima offre un dilemma non dissimile dalla scissione dell’atomo Mentre alcuni segmenti della società saranno sempre riluttanti a esaminare questioni controverse come la modifica del clima, le enormi capacità militari che potrebbero derivare da questo campo vengono ignorate a nostro rischio e pericolo. Dal potenziamento delle operazioni amiche o dall’interruzione di quelle del nemico attraverso l’adattamento su piccola scala dei modelli meteorologici naturali al completo dominio delle comunicazioni globali e del controllo del controspazio, la modifica del clima offre al combattente una vasta gamma di possibili opzioni per sconfiggere o costringere un avversario. Alcune delle potenziali capacità che un sistema di modifica meteorologica potrebbe fornire a un comandante in capo della guerra CINC, sono elencate nella tabella 1. I progressi tecnologici in cinque aree principali sono necessari per una capacità integrata di modifica meteorologica 1 tecniche avanzate di modellazione non lineare, 2 capacità computazionale, 3 raccolta e trasmissione di informazioni, 4 un array di sensori globali e 5 tecniche di intervento meteorologico. Alcuni strumenti di intervento esistono oggi e altri potrebbero essere sviluppati e perfezionati in futuro“.

Lo studio fu realizzato in un periodo storico – la fine degli anni ’90 – in cui certe tecnologie non erano ancora state sviluppate, alcune ancora non pienamente. Di conseguenza fu posto l’accento sul fatto che determinate azioni potessero essere concretamente realizzate col passare del tempo e grazie allo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche. La parte che ho messo in evidenza, in neretto, è a mio parere la sintesi estrena dello studio e di conseguenza, di ciò che il governo americano ha comunque posto sul piano delle possibilità: stiamo parlando di gestione del tempo atmosferico, di cambiamento climatico controllato per raggiungere obiettivi militari, come è chiaramente descritto nell’incipit del documento tecnico.

Sia chiara una cosa: tutto questo non rappresenta la prova concreta che gli USA stiano gestendo il cambiamento climatico ma getta comunque una luce su quanto fu richiesto all’epoca dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti: studiare la possibilità di gestire il cambiamento climatico per scopi bellici.

Dalla “semina” delle nuvole per gestire la pioggia al controllo del clima?

In tutto il territorio Ovest degli USA la semina delle nuvole attraverso lo spargimento di ioduro d’argento per via aerea, si ottiene il controllo delle precipitazioni temporalesche da parte degli esseri umani.

Secondo quanto viene divulgato ormai da anni, non si tratta di operazioni effettuate per irrigare i campi a causa della siccità, bensì per gestire meglio il sistema idrico.

Il video che inserisco di seguito spiega in maniera chiara e dettagliata di cosa si tratta (Si possono mettere i sottotitoli in lingua italiana)

Se si accetta che si possa irrorare il cielo di ioduro di argento col fine, fine dichiarato pubblicamente, di gestire e controllare il sistema idrico di un grande territorio, si può immaginare che un governo come quello statunitense, che negli anni ’90 rese pubblico il documento con le risultanze di uno studio (che aveva commissionato) sul tema della possibilità di gestire il tempo atmosferico per scopi bellici?

La domanda da porsi, oggi, è: quali sono i limiti che i governi si pongono di fronte all’illimitato potere che assumono e che possono usare nei confronti di un’umanità che non ha mezzi e strumenti per conoscere, ma più che altro, per combattere gli effetti di questo potere estremo? Esistono questi limiti?

Ambientalisti: chi li sostiene

Uno dei tormentoni che si sono inseriti nella quotidianità del mondo occidentale si chiama Ultima generazione, un movimento di ambientalisti, o cosiddetti tali, avvezzi ad azioni di protesta contro le azioni del genere umano che, a loro detta, starebbe provocando la fine del mondo attraverso il cambiamento climatico.

La questione che si pone non è di poco conto, non tanto perché costoro arrivano a rovinare la proprietà comune di opere d’arte e monumenti storici, anch’essi di proprietà di tutti noi, e bloccano i loro simili dal condurre le attività quotidiane.

Chi sostiene questo movimento? Come mai scienziati del calibro di Zichichi o dell’esperto di clima Prodi, vengono duramente zittiti in tv quando tentano un approccio scientifico sul tema del cambiamento climatico che, a detta degli attivisti e dei partiti di centrosinistra, è solo frutto delle azioni umane?

In realtà, si potrebbe spostare l’asticella sul fatto che si, si tratterebbe di azione umana, ma non quella che viene urlata dagli attivisti in questione. L’azione umana potrebbe, per caso, essere quella decida da un governo e poi abbracciata dai governi alleati?

A sostenere gli attivisti di Ultima Generazione troviamo, fondamentalmente, il Climate Emergency Fund, un’importante organizzazione che a sua volta finanzia le organizzazioni ambientaliste come l’inglese Just Stop Oil, la Scientist Rebellion e Extinction Rebellion.

Climate Emergency Fund ha Los Angeles, è stata co-fondata nel 2019 da Aileen Getty, che è il nipote del magnate del petrolio J. Paul Getty, da Rory Kennedy, figlia del senatore Robert Kennedy, e dall’investitore Trevor Neilson. Questo fondo, solo nel 2022, ha stanziato sovvenzioni per 5 milioni di dollari, supportando 44 organizzazioni ambientaliste in più di 30 paesi nel mondo.

Grazie a un’inchiesta giornalistica realizzata dalla testata statunitense conservatrice Washington Examiner, sono state rese pubbliche le somme messe a disposizione di questi movimenti, compreso Ultima Generazione.

Sta di fatto che importanti politici, industriali, attori ed esponenti della cultura a livello internazionale, sono pronti a mettere mano al portafogli per finanziare le attività eclatanti di questi eco-attivisti.

Ci si può porre la domanda: “Si sta forse anche cercando di opacizzare una realtà e di proteggere chi sta cercando di gestire il clima anche per scopi bellici”? o si rischia di essere tacciati per cattivoni che vogliono mettere in dubbio le linee di pensiero imposte a livello massivo?

E’ nel dubbio che troverete sempre gli strumenti della democrazia e il senso profondo del criterio di civiltà. Il contrario puzza di regimi dittatoriali: se vi impongono un pensiero senza permettere analisi e riflessione, abbiate timore sulle intenzioni reali di chi vi trovate di fronte.

DONA ORA E GRAZIE PER IL TUO SOSTEGNO: ANCHE 1 EURO PUÒ FARE LA DIFFERENZA PER UN GIORNALISMO INDIPENDENTE E DEONTOLOGICAMENTE SANO

Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici e non ha mai ricevuto finanziamenti privati fino al Marzo del 2023.

Lascia un commento

Your email address will not be published.