Covid-19 e campagna vaccinale: l’EMA dice “no” alla certificazione standard – La scienza ha tempistiche diverse rispetto a quelle della politica

Covid-19 e campagna vaccinale: l’EMA dice “no” alla certificazione standard – La scienza ha tempistiche diverse rispetto a quelle della politica

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Inizio col rammentare a tutti i lettori un paio di cose: non ho mai contrastato la ricerca scientifica, anzi, e non sono mai stata contro le vaccinazioni, anche di massa se occorre, e sono disgustata da terminologie quali “No vax”, che provano l’esistenza su questo pianeta di esseri umani non forniti dei necessari neuroni per riflettere sulle cose importanti.

Esistono, è vero, i cosiddetti “No vax”, persone che non si farebbero inoculare nemmeno l’antitetanica dopo essersi scarnificati un braccio con un ferro arrugginito. Sono simili a coloro che, ritenendo di essere fedeli a un credo religioso, preferiscono morire o far morire i consanguinei pur di ostacolare una trasfusione.

Il mondo è bello perché è vario, recita un vecchio motto, ma in certi casi appare semmai…avariato.

Andiamo oltre. Tra il terrore che appanna la mente, e la giusta paura che deve portare alla riflessione attenta su quanto accade intorno a noi, ammetterete che passa una notevole differenza. Da circa due anni si nota invece una precipitazione della lucidità umana, coinvolta suo malgrado in quello che può essere denominato “Il più grande spettacolo dopo il Big Ben” (Jovanotti mi perdonerà se ho preso a prestito il titolo di un suo famoso brano) e che coinvolge tutto il pianeta e i suoi abitanti.

Attenzione, col titolo di quel brano intendo solo dire che mai, sul pianeta Terra, si era verificato un evento di tali proporzioni, e di tale impatto sanitario, economico, sociale.

Certo, c’è da dire che le pandemie avvenute nei secoli scorsi aggredirono una popolazione mondiale meno folta di quella attuale, e che l’industrializzazione non era nemmeno nell’anticamera del cervello di Dio, per cui i danni collaterali, anche sull’economia, furono evidentemente diversi rispetto a oggi.

Sul tema delle vaccinazioni si è detto e dibattuto di tutto, fino alle dichiarazioni, un po’ sibilline, ammettiamolo, del Premier Draghi, che nella conferenza stampa tenutasi ieri, alla domanda “Il governo è orientato verso la vaccinazione obbligatoria per tutti” ha risposto semplicemente “Si”. Evidentemente, Draghi sapeva già che quel “sì” era in effetti un “Vorremmo, ma non possiamo farlo. La scienza impone tempi più lunghi per l’approvazione standard per i vaccini innovativi che dovranno essere testati sugli esseri umani fino al 2023”.

Articolo pubblicato il 4 Settembre 2021 su ilgiornale.it – ecco il link di accesso:
La Frenata di EMA: ok solo nel 2023

Questa notizia era già nota, ma non divulgata a dovere. Così come dovrebbe essere reso noto, a ogni singolo contribuente, il funzionamento della ricerca scientifica, i tempi necessari a garantire all’umanità che un farmaco non produca più effetti collaterali che benefici, e molto altro ancora.

Oltretutto, va rammentata una cosa: la maggior parte di cittadini italiani che si sono sottoposti alla vaccinazione, il famoso “consenso informato” manco l’anno letto. Si sa grazie ad alcune interviste realizzate di recente, e si resta basiti prendendo atto di cotanta sicurezza nel porre nelle mani della politica la propria salute. Se non leggi nemmeno il consenso informato, e quindi firmi al buio, che tipo di cittadino sei? Informato? No. Però da anni i cittadini si dicono arrabbiati perché nessuno li informa…valli a capire certi cittadini.

Ora sta accadendo qualcosa di importante. È vero, la FDA – Food and Drugs Administration – ha dato una sorta di via libera alla certificazione standard del vaccino Pfizer, anche per i ragazzi dai 16 anni in su. Ma attenzione: le normative vigenti negli Usa sono dissimili da quelle europee, e aggiungo: per fortuna. Non mi riferisco solo alla certificazione dei vaccini anti Covid-19. Gli Stati Uniti hanno regole molto permissive anche per la commercializzazione di farmaci di ogni genere, il che non significa affatto semplificare la gestione della distribuzione, ma saltare importanti fasi sperimentali che invece in Europa, sono seguite scrupolosamente.

Per perder tempo? Affatto. Per tutelare la salute dei cittadini. Deve essere chiarito una volta per tutte questo criterio importante: la scienza non può essere mortificata dalla politica. La scienza provvede a ricercare soluzioni utili alla salute pubblica, la politica, semmai, deve attendere che la scienza faccia il suo mestiere: testare, seguire le fasi sperimentali, provare e riprovare, raccogliere dati, incrociarli, modificare qualcosa se questi dati confermano una certa pericolosità di un farmaco o di un vaccino. Chi non comprende questo fondamentale diritto umano, perché le norme a tutela della salute umana questo sono, allora non è in grado di capire, in generale.

Cosa sta accadendo in queste ore? L’EMA – l’Agenzia Europea per i Medicinali – che corrisponde per gli USA alla FDA, ha detto “NO” alla richiesta di certificazione definitiva dei vaccini anti Covid-19 che sono ancora in prematura fase di sperimentazione. La stessa Pfizer concorda con questa decisione.

La sperimentazione è talmente prematura che EMA ha si concesso la sua approvazione, ma condizionata. Come ho avuto modo di spiegare approfonditamente il 20 Luglio scorso in questa trasmissione video:

Sono per caso “Cattivi”? No. Sono coscienti che la scienza, come ho già spiegato nel corso di questi due anni circa, non può essere manipolata dalla politica di nessuna nazione. Punto.

Un piccolo accenno voglio farlo su un problema di cui si parla poco: i cittadini vaccinati che non riescono a ottenere il Green Pass, perché in questa situazione complessa, anche questo sta accadendo e va detto: almeno che si trovi una soluzione, altrimenti significa che chi è in regola non lo è a prescindere e non va bene.

Articolo pubblicato su Il Post il 3 settembre 2021: ecco il link per accedere all’articolo
Le fatiche dei vaccinati che non riescono a ottenere il Green Pass

Molti non si sono vaccinati per mille ragioni, compresi coloro che sono allergici a certi eccipienti, o soffrono di emorragie, e sarebbe cosa buona e giusta che almeno il Ministero della Sanità consigliasse ai cittadini di controllarsi con analisi di laboratorio, NON certo per “non vaccinarsi” oppure perché si è “No vax”, bensì per tutelare la salute dei cittadini. Ma a quanto pare, a molti questo criterio appare addirittura sconvolgente.

Mi rendo conto che nella nazione che ha corroso il diritto alla salute pubblica nel corso degli anni, che ha imposto la pressione fiscale mostruosa che tutti subiamo, che nega il welfare in generale, la popolazione si sia purtroppo abituata solo a subire, ma credetemi: si deve solo attendere con pazienza che i ricercatori facciano il loro mestiere e nei tempi che la scienza, nel corso dei decenni, ha ritenuto adeguati per non generare vittime, e non parlo di morti ma di eventuali eventi diffusi di patologie causate da farmaci troppo innovativi o somministrati con troppa superficialità a tutti e senza un minimo di personalizzazione delle cure.

Perché un altro tema di cui si dovrebbe parlare a lungo e in maniera diffusa, è proprio quello della personalizzazione delle cure. Confrontatevi con qualche medico o con qualche ricercatore scientifico: vi diranno la medesima cosa. Ogni organismo è un pianeta a sé, e somministrare farmaci senza analizzare l’individuo singolo che deve assumerli, è a monte di molti sconquassi sanitari.

Vi racconto un paio di esperienze personali per farvi comprendere. Pochi anni fa mi beccai una brutta bronchite in Agosto, anzi, ci beccammo, io e mio marito. Dovevamo partire per alcuni giorni di ferie, ma fummo costretti prima a recarci in Pronto Soccorso. A me diedero la medesima cura robusta, a base di cortisonici, che formularono per mio marito, che è il doppio di  me in tutti i sensi, e che comunque ha un organismo diverso da me, che sono intollerante a molti farmaci, eccipienti e alimenti.

Ebbene: stetti malissimo alla seconda compressa del farmaco cortisonico primario. Al punto che dovetti ricorrere alle cure del mio medico di fiducia, mi si innalzò molto la pressione arteriosa – che già curo da anni in modalità cronica – e questo conferma ciò che dovrebbe essere noto a tutti: i farmaci non vanno prescritti “per protocollo sanitario”.

Altro esempio personale. Poco prima della pandemia ebbi un forte innalzamento della pressione. Assunsi mezza compressa di un noto farmaco molto diffuso per tale tipo di problema. Nulla da fare, dopo qualche ora la pressione era altissima. Ne assunsi mezza perché, come già spiegato, devo stare molto attenta alla quantità dei farmaci che assumo, e questo da sempre. A me le dosi pediatriche a volte fanno l’effetto di una cannonata. È il mio organismo, non posso cambiarlo. Notando che la situazione non migliorava, fui trasportata in pronto soccorso. Tremavo forte per un freddo interno che provavo, mi girava forte la testa e avevo una nausea esagerata. Quando mi portarono in visita dal medico ospedaliero, egli mi disse subito, dopo aver verificato la mia pressione: “Facciamo subito un’iniezione di”… io dissi che avevo già assunto la mezza compressa, e provai a spiegare come funziona il mio organismo. Mi guardò quasi mezzo schifato e mi disse: “che fa, non vuole sottoporsi alla cura? Si tratta del protocollo sanitario in casi simili”…

Mi feci bucare per farmi inoculare il forte farmaco antipertensivo. La farò breve: l’effetto su di me fu una sincope alcune ore dopo. Crollai, letteralmente, tra le braccia di mio marito. Io, che non svengo nemmeno con le randellate contro la testa.

Vi ho raccontato questi episodi con la speranza di chiarire una volta per tutte: dobbiamo solo pazientare che la ricerca scientifica compia i suoi passi, le sue analisi e valutazioni. Esattamente come ha confermato l’Ema e la stessa Pfizer.

Nel frattempo, magari, cerchiamo tutti di non assembrarci, di usare comunque le mascherine, che hanno sconfitto – peraltro – l’odiosa influenza stagionale, e continuiamo la meravigliosa pratica dell’igiene personale, anche e specialmente quando ci troviamo fuori casa: sono abitudini che andrebbero insegnate fin dall’asilo, a tutti, e a prescindere dalle emergenze sanitarie.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici e non ha mai ricevuto finanziamenti privati fino al Marzo del 2023.

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