Uso e abuso antibiotici in Italia: trend in calo ma ancora troppo alte le prescrizioni rispetto al resto d’Europa

Uso e abuso antibiotici in Italia: trend in calo ma ancora troppo alte le prescrizioni rispetto al resto d’Europa

Di Elisa Stefanati

Aifa: nel 2021 circa 3 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una prevalenza che aumenta all’avanzare dell’età, raggiungendo il 50% negli over 85

Archiviata da pochi giorni l’estate, che si è prolungata con temperature oltre i 30°C fino a metà settembre,  si rinnova l’annoso problema delle patologie respiratorie che ogni inverno colpiscono la popolazione e  dell’appropriatezza prescrittiva degli antibiotici.

Antibitotici in Italia: – 3,3% ma i consumi ancora superiori rispetto ai Paesi Europei

Recentemente l’AIFA ha pubblicato il Rapporto sull’uso degli antibiotici in Italia nel 2021, anno in cui è proseguito il trend in riduzione rispetto agli anni precedenti (-3,3% rispetto al 2020), sebbene i consumi si mantengano ancora superiori a quelli di molti Paesi europei. Nel confronto europeo inoltre, in Italia vengono prescritti più frequentemente antibiotici ad ampio spettro, che hanno un impatto più elevato sullo sviluppo di antibiotico-resistenze.

In foto: Professor Andrea Nacci

“Nel 2021 circa 3 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una prevalenza che aumenta all’avanzare dell’età, raggiungendo il 50% negli over 85. Nella popolazione pediatrica i maggiori consumi si concentrano nella fascia di età compresa tra 2 e 5 anni, in cui circa 4 bambini su 10 hanno ricevuto nell’anno almeno una prescrizione di antibiotici.” queste le parole del Professor Andrea Nacci, specialista in Otorinolaringoiatria, dirigente medico dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria, Audiologia e Foniatria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e referente scientifico per Schwabe Pharma Italia.

Antibiotici e patologie batteriche e virali

“La prescrizione di antibiotici avviene molto spesso per patologie delle vie aeree ed in particolare per bronchite, faringo-tonsillite e sindrome influenzale.- continua il Professor Nacci- A questo proposito è necessario ricordare che nella maggior parte dei casi le patologie delle prime vie aeree sono correlate ad un processo infiammatorio e non infettivo per cui sarebbero sufficienti sintomatici e antinfiammatori piuttosto che antibiotici.

Anche quando l’eziologia è infettiva inoltre, gli agenti più frequentemente chiamati in causa sono i virus, che non risentono certo di terapie antibiotiche, sicuramente utili e necessarie in caso di importanti sovrapposizioni batteriche. Si stima che circa l’80% dei processi infettivi delle vie respiratorie riconosca una eziologia virale (rinovirus, virus parainfluenzali tipo 1-4, virus influenzali tipo A-B) sia nell’adulto che nel bambino. Anche le linee guida nazionali ed internazionali sottolineano l’importanza di evitare la prescrizione di antibiotici come terapia di prima linea in caso di patologie delle prime vie aeree, antibiotici che andranno assunti in caso di peggioramento, in caso di mancata guarigione dopo 3-5 giorni oppure in pazienti fragili a rischio per complicanze infettive maggiori.”

Le alternative vegetali agli antibiotici

“Considerando quindi che non è consigliata la prescrizione di antibiotici, in particolare nei primi giorni di malattia, dobbiamo chiederci se esistono rimedi alternativi la cui efficacia sia provata dalla letteratura scientifica e dalle evidenze cliniche. Si inserisce in questo ambito il farmaco vegetale ed in particolare il Pelargonium sidoides, estratto dalle radici del geranio africano ed utilizzato per secoli dagli abitanti dell’Africa come rimedio, tra l’altro, per le infezioni delle vie aeree superiori, per il comune raffreddore e per la tubercolosi. Il Pelargonium sidoides, oltre ad avere un’attività secretomotoria, antibatterica e immunomodulante, si caratterizza per avere un’azione antivirale.

Il Pelargonium agisce già nella fase precoce dell’infezione virale impedendo l’ancoraggio del virus alla superficie cellulare; inoltre, quando la cellula è ormai infettata, questo farmaco impedisce la fuoriuscita dei virioni replicati, e la conseguente diffusione dell’infezione. Infine- conclude Nacci –  anche se la cellula è stata infettata dal virus, il Pelargonium agisce come immunomodulante, potenziando i sistemi di difesa cellulari e agendo quindi come citoprotettivo. La sua attività immunomodulante, antibatterica e meccanica (secretomotoria) inoltre, contribuisce a proteggere l’organismo dalle sovrapposizioni batteriche, riducendo quindi il rischio delle complicanze più gravi. L’utilizzo di Pelargonium sidoides nelle prime fasi delle patologie infettive delle prime vie aeree può accelerare la guarigione e ridurre la prescrizione di antibiotici, evitando comunque complicanze infettive maggiori.”

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