DEhBOT – DE](h)umanizedRO[BOT] ovvero: umani robotici disumanizzati

DEhBOT – DE](h)umanizedRO[BOT] ovvero: umani robotici disumanizzati

Editoriale di Lucaa del Negro

[DE](h)umanizedRO[BOT] ovvero umani robotici disumanizzati. Riconoscere l’alieno: bloccarlo e ricercare il confronto. #DEhBOT
(Lectio brevis)

Le lame senza taglio sono oggetti comuni, meno adottate dei coltelli affilati e di quelle a doppio taglio ma, arnesi che servono comunemente: sebbene non utili a lacerare, esse possono ferire, a volte a morte.

Ma… l’umanità – e tutto quel che ne consegue- senza affondare questa riflessione nel grande Marinetti-pensiero futurista quanto “guerra: dell’igiene del mondo!”, dalle clave ai missili ipersonici è sempre stata in lotta con sé stessa, e le spaventose armi di distruzione di massa tutt’ora non hanno soppiantato quelle che ad un primo esame armi non sono e tali non sembrano essere dando l’impressione di non offendere.

Il pugnale -anche la baionetta e la spada e…- per questo modello di pensiero, rappresenta certamente il “corpo a corpo”, la definitiva ultima lotta che sospinge verso l’aspettata vittoria “noi che divenimmo intanto appiè del monte…

E… nel vecchio mondo moderno la condanna di ciò che è “arma bianca” è unanime. Il colore rosso del sangue ripugna l’animo iper-ipocritico dello spettatore; nevvero l’angoscia crescente che si insinua nel sogno, elevata anch’essa a valore morale e profondamente etico, chiude ogni porta alla discussione. (Maggiori definizioni le trovate nel “Quaderno di guerra (Ihr Kampf)” arricchito della preziosa introduzione del Direttore de “Gli Scomunicati”, saggio che invito a comperare e soprattutto a diffondere da QUI)

Tuttavia… nel momento del bisogno -in somma- l’atto violento dovuto e perpetuato con l’arma non definita propriamente tale, malgrado tutta la congruenza sempre costretta, avvenimento eclatante o meno possa essere ripreso in seguito, diviene non responsabile ma parte del progetto di conquista, un tempo di territori, oggi delle menti.

Il disgustoso e orrendo delitto di sangue per definirsi massacro, riporta inevitabilmente altri minori e all’apparenza irrilevanti orrendi e disgustosi delitti; l’assenza di sufficienti prove in depistata procedura pilotata, identifica l’arma privandone l’efficacia, indi decomponendo l’incisività letale come la lama senza filo, appunto.

Sì… gli agitatori di un tempo lontano, i proclami dei Generali e dei Ministri della guerra, dal nostro versante, non sono certamente scomparsi, e i Manifesti dei Partiti politici esistono ancora.

Il pluralismo, la democrazia eppure la demagogia e l’arte di Governo invece non esistono più o, non come li abbiamo studiati e supportati, lealmente combattuti, armi al seguito oppure no; la guerra in un certo senso e poco arcaico e romantico si abbia ad intendere, si è evoluta quantunque gli individui umani in cui sono stati trapiantati membra ed organi sintetici per aggredire (cyborg) non sono ancora pronti per gli eserciti: oggi, in questo momento preciso, l’addestramento e la formazione sono la priorità e, evidentemente, riguarda non gli “operatori meccanici” (robot) ritornati ad essere armi (quasi) convenzionali perché il loro controllo deve rimanere nell’orbita dell’umana ratio per ragioni di salvaguardia della (nostra) razza ma, riguarda noi stessi però deviati e devianti allo stesso tempo.

Una questione: le varie dichiarazioni (in citazione di parte, di quella Occidentale che ci vede protagonisti fintanto non saremo coinvolti nelle operazioni “classiche” e cioè le varianti ed opposte all’illusione che si dissolve nella allusione vissuta quotidianamente) della volontà di controllare internet da parte di Blinken, Segretario di Stato USA o di qualche Procuratore statunitense che indica con precisione “FBI e YouTube”, “Facebook e Twitter”, “TikTok” e milioni di “URL” manomessi, sono banalità a cui giornalmente assistiamo e che abbiamo generalmente assorbito con noncuranza, laddove Assange è un oggetto pietrificato che un giorno probabilmente diverrà reliquia da abbandonare sopra qualche mensola e da scambiare nei mercati rionali delle pulci e per spietatezza raggiunta su “eBay”?

Non c’è nulla da temere: non c’è possibilità di combattere e mai (più) e poi mai (più) “corpo a corpo”, sia una scheda elettorale, una bomboletta spray o un’arma da fuoco lo strumento a disposizione. Non c’è nulla da temere perché le armi pericolose e distruttive stanno già operando nel mentre non ne abbiamo contezza, puzza e polvere, per intenderci; qualora qualche chiazza di sangue venisse a stretto contatto con i nostri sensi (segui le manifestazioni di piazza e forse…) sarà senza dubbio rimossa/ricolorata in men che non si dica.

La domanda di chiusura quindi è: siamo già salvi?

Non ho risposte…

L’invito -fuori dalle banalità dei cadaveri ma fetenti- è quello di far verifica del detrattore di turno, da quanto tempo si è insinuato nella nostra vita e quanto questi sia abile nel camuffamento.

Più “vicino a noi”, all’interno delle reti a cui prendiamo parte, Robot (droni) relegati ad arma da fuoco alla pari dei primi carri armati (cyborg non presenti al di fuori delle scene cinematografiche) non devastano quanto la “disumanizzazione”, attività pseudo-militare e politica fruttuosa, giovevole, produttiva, proficua, utile e vantaggiosa pronta al dominio: bruciati gli ideali, i valori, confuse le idee e la moralità, allontanate definitivamente le proposte di pace, promossi a dismisura i “cambi di casacca” (per capirci meglio) e ipnotizzati gli scettici con possibilità di riscatto ma nell’assoluto controllo, eccetera eccetera ed ancora eccetera, è la creazione di giovani (consapevoli) esseri umani pronti a condividere (incanalare) non più disinformazione – attività del recente passato da tempo denominata “fake”- ma “proposte”, “analisi”, “affermazioni” in contrasto alla verità già condivisa ed accertata dalle comunità insediatesi dalla notte dei tempi (esempio: <<I maschi da sempre procreano e la maternità non è femmina.>>) attraverso una bastarda pseudo-rivisitazione situazionista evidentemente materia del tutto estranea agli aguzzini che programmano un Dante di origine africana senza accenno ironico o provocatorio.
L’accusa di complicità a carico di chi sostiene questi squadristi -per intendere, per riconoscere che la guerra è già stata da una parte vinta seguendo il corso della “DEDOLLARIZZAZIONE” planetaria (#deDollarizzation) – è sempre più difficile e forse, la capacità intellettiva di indicare questo criminale e degenerato fare mai più militare, appartiene ad una generazione che è nell’ultima fase della vita, così come sono in via di estinzione gli “inconsapevoli” e gli “irresponsabili”; l’orchestrazione degli “umani robotici disumanizzati” (#DEhBOT) al momento e per questa breve analisi non è chiara nella sua operatività: “essi” appaiono e scompaiono in velocità, si riconoscono come protagonisti seguitissimi nei media, ma sono pronti a sparire per rigenerarsi in altro luogo, in altra formazione senza scrupoli o sentimenti di sorta nascondendosi infine tra acronimi quali “A.I.” (intelligenza artificiale) e “Chat GPT” (strumento di elaborazione del linguaggio naturale potente e versatile che utilizza algoritmi avanzati di apprendimento automatico per generare risposte simili a quelle umane all’interno di un discorso).

Da “contestatori” spiazzano i seguaci prestandosi ai governi senza opporsi, e dissimulato il consenso in rappresentazione e artificio scenico dello spettacolo, da insospettabili nullità, si fanno adorare come “maestri” e “satanisti” (saggisti, filosofi, giornalisti, supposti esperti di settore, attori, musicisti, scrittori, conduttori, paladini sportivi e “naturalmente” politici tra le molte figure seguitissime) e si presentano con esagerata arguzia ed intellighenzia nonché autorevolezza e sicumera basata -in una verità e senza apparentemente ferire come la lama senza filo- su ciò che è metamorphôsis e luxùria.

D’istinto oserei scrivere, forse consigliare, di tenersi alla larga dai #DEhBOT -antesignani dei transumanisti nella fattispecie- non avendo personalmente percepito al momento se il tema generale è inciso nella guerra come “fatalità”, quanto “conseguenza” od appena “mezzo”, pena sia questa stessa sistematica proposta arrischiata di una banalità sconcertante!

Imparare a riconoscere, bloccare, è l’unico potenziale al momento posso condividere con una certa sicurezza; interagire una sola volta (attenzione massima: persistere nella ricostruzione oggettiva con gli “automi”, è prestare il fianco alla loro volontà distruttiva. Ogni ulteriore iterazione produce un prototipo degradante e destabilizzante del pensiero critico!) con domande fondate sul raziocinio e sulla ricerca di dialogo entro canoni riconosciuti e riconoscibili attraverso l’accettazione del dissenso, verifica comune dei fatti, fonti accertate e condivisibili nonché l’umano rispetto della condizione per inizio, è la richiesta alla controparte in special maniera virtuale da esigere: in assenza di risposte, l’evidente riscontro di impossibilità di confronto trincerato nella di parte autorità del mezzo usato (le funzionalità ad egli/ella congeniali), la scusa della privacy (!) e anche il tempo non disponibile per un confronto seppur brevissimo, sono primi indizi per riconoscere di essere difronte ad un (umano) essere robotico disumanizzato al servizio del persecutore.

***Immagine di copertina di Lucaa del Negro –

Lucaa del Negro

https://autorenegro.org

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