Intimità tra amici: povera Italia!

Intimità tra amici: povera Italia!

Dialoghi tra Claudio Rao e Luca Dior

Si chiama Luca Dior. Siamo amici da sempre. Scambiamo idee ed opinioni su tutto. Oggi siamo d’accordo su un punto. La nostra libertà è ad alto rischio. « Il nostro Paese – mi dice – non è abituato alla democrazia, alla libertà. »  Considera l’Italia il suo paese, pur essendo nato a Nizza e contrariamente a me che gli cito sempre la frase del grande Indro Montanelli (“Sono un anti-italiano che cerca disperatamente una ragione per non vergognarsi di essere italiano”) o la nota canzone di Giorgio Gaber (“Io non mi sento italiano”).

«Prima, con l’unificazione – continua – gattopardescamente non è cambiato molto: da una monarchia all’altra. Soliti privilegi e classi popolari in totale sudditanza. Poi, il fascismo che non ha certo aiutato il nostro popolo a diventare una democrazia di cittadini liberi ed eguali! Infine mezzo secolo democristiano in cui, elezione dopo elezione, si modificavano soltanto le poltrone nei ministeri. Stessi politici, dal dopoguerra. Con un tenore di vita più che soddisfacente, moltiplicando sovvenzioni ed assistenzialismo. Come poteva il popolo emanciparsi dalla sudditanza? Ci si è adattato, come alle invasioni straniere subìte per secoli. Abbiamo detto “benvenuto” a tanta gente in questo Paese! Allora, almeno questi erano dei nostri! Per non parlare del seguito! Ora siamo addirittura sudditi due volte: del governo dei non eletti del finanziere senza scrupoli e dell’Unione europea del libero mercato e delle lobby ».

Non siamo d’accordo su tutto, evidentemente. Ma come dargli sostanzialmente torto su queste osservazioni? Continua: « La demografia, poi, gioca un ruolo preponderante. Siamo un Paese di vecchi! Vogliamo parlare dell’età media? Chi – una volta recepita la mediocrità di chi ci governa (e mi cita Tayllerand, in un francese perfetto e senza inflessioni) –  è disposto a scendere in strada a manifestare il dissenso, rischiando reazioni sproporzionate di polizia e forze dell’ordine?! ».

In effetti – e qui concordiamo – l’efficienza attivata per rispondere alla pandemia nel senso unico di depistaggio e “vaccinazioni” a 360°, nonchè le reazioni di violenza inaudita nei confronti dei manifestanti (penso al porto di Trieste, ma non solo) mostrano un Paese capace di efficienza e di risposte ferme e perfino temibili. Peccato non siano vòlte a migliorare lo stato sociale e a combattere la malavita organizzata!

« Personalmente sono vaccinato e non capisco i timori di coloro che hanno paura di questo “siero” – come dicono loro – anche se diversi incidenti post-vaccino sono stati decisamente gravi e sottaciuti. Quello che mi sconcerta e che mi rivolta è la privazione di libertà! Questo sì che è grave, gravissimo! Un autentico vilipendio alla Costituzione repubblicana. Il controllo della popolazione con questa carta dal nome ecologista, “green” cioè verde, ma dal sapore dittatoriale. “Red pass”, dovevano chiamarla! Visto che dal lockdown in poi hanno copiato la Repubblica popolare cinese. O “black”, al limite. Perchè incoraggia, quando non caldeggia, discriminazioni di vago stampo nazifascista. »

Lo rispetto, anche se so di non poter sostenere la mia sostanziale avversità al vaccino sperimentale. Lui, pur riconoscendone i limiti e non negandone i gravissimi incidenti anche mortali, sostiene che è una “rispettabile opzione sociosanitaria”. Ciò che lo irrita è  « la sua imposizione meschina, surrettizia e, per dirla tutta, “vigliacca” a tutta la popolazione, indiscriminatamente. Usando il lavoro come spregevole arma di ricatto e un volgare lasciapassare per vedersi accordare alcune delle libertà fondamentali dell’essere umano ».

Per questo scende regolarmente in strada per protestare non contro il vaccino, ma « contro la imposizioni liberticide di un governo illegittimo perchè a-costituzionale ». E qui, siamo fianco a fianco! Mi guardo bene dallo svelargli i mei rapporti di parentela col presidente della Repubblica (fronte al quale, a onor del vero, non mi ha mai espresso nulla di negativo), ma non posso che rammaricarmi per quella che mi pare più simile a un’ipnosi di massa di una popolazione manipolata per fini economico-finanziari che a un popolo libero e responsabile, artefice del proprio destino.

Per Luca che sotto mentite spoglie di cartesiano doc mantiene un animo di sognatore o quanto meno di idealista, la reazione all’attuale situazione sanitaria dovrebbe essere quella di lasciare liberamente i medici – secondo scienza e coscienza – scegliere i trattamenti da somministrare immediatamente dopo la diagnosi, i cittadini scegliere liberamente di vaccinarsi o meno, i fragili e gli anziani incoraggiati a farlo, i bambini e le donne incinte (allo stato attuale della situazione) assolutamente preservati e tutte le misure preventive adottate nell’annus horribilis (il 2020) – disinfezioni, mascherine in luoghi pubblici affollati, tamponi preventivi, tests salivari, misuratori di CO2, etc. – assolutamente mantenute, ancorchè sapientemente dosate e utilizzate a seconda di luoghi, stagioni e circostanze. « Ma imporre le cose come a dei bambini ignoranti, no! – sbotta – Un popolo che ha attraversato la lotta partigiana e quella alla mafia è un popolo adulto! È il popolo di Falcone e Borsellino! Di Croce e di Gramsci! ».

È qui che lo interrompo divertito, ricordandogli che la stragrande maggioranza di beoni segue pedestremente e acriticamente le disposizioni ricevute, per sottolineare la sostanziale incongruenza di queste ultime asserzioni con le prime! « Ma come – ribatto con la forza di chi non avrebbe mai pensato di riuscire a cogliere il proprio erudito interlocutore in fallo – prima mi dici che la Storia non ha permesso agli italiani di emanciparsi in popolo sovrano ed ora li citi come prosecutori ed eredi culturali di illustri menti notoriamente libere ?! »

Certo, forse ha ragione lui. Forse gli italiani sono ad un tempo tutto questo. Forse la loro storia (ecco, io dico “la loro” – li analizzo dall’esterno!) li pone al crocevia tra la rassegnazione politica, copertura di una creatività d’ingegno letterario e artistico e una rivolta sociale per quei valori cristiani divenuti laici e civili e riassunti così bene nel motto della Repubblica francese (Liberté, Egalité, Fraternité) che certo Luca ama e, a suo modo, incarna. 

Ma questo non glielo dirò mai e me ne rientro soddisfatto di aver – almeno per una volta e solo assai superficialmente, lo sò – avuto la meglio su questo brillante oratore che in fondo stimo e amo come me stesso.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici e non ha mai ricevuto finanziamenti privati fino al Marzo del 2023.

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