Inchiesta – Comunicazioni ufficiali sui vaccini anti Covid-19 e confronto con i dati reali – Aifa e gli scandali nel corso degli anni: la fiducia non si conquista a parole

Inchiesta – Comunicazioni ufficiali sui vaccini anti Covid-19 e confronto con i dati reali – Aifa e gli scandali nel corso degli anni: la fiducia non si conquista a parole

Inchiesta del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

«Il motivo principale per cui assumiamo così tanti farmaci è semplice: le aziende farmaceutiche non vendono farmaci, ma bugie sui farmaci». E’ una frase di Peter C. Gøtzsche, medico e ricercatore danese. È anche direttore del Nordic Cochrane presso il Royal Hospital di Copenaghen, l’organizzazione indipendente no-profit che si occupa da anni di “raccogliere, valutare criticamente e diffondere le informazioni relative alla efficacia ed alla sicurezza degli interventi sanitari”.

Un’affermazione che sintetizza molto bene il motivo per cui il foglietto illustrativo dei farmaci è comunemente denominato “Bugiardino”.

Roberto Burioni: esempi di comunicazione istituzionale perdente

Pochi giorni fa, Roberto Burioni, “titolare di diversi brevetti internazionali relativi a procedure di immunologia molecolare, anticorpi monoclonali umani e a farmaci immunologici” e che dal 2016 è anche “Presidente del Corso di Laurea in Igiene Dentale” (il medesimo percorso universitario seguito da personaggi del calibro della Minetti di berlusconiana memoria per intenderci) come si evince dal suo curriculum pubblicato nella seguente sezione del sito Università Vita Salute San Raffaele (cliccare sul link per accedere al c.v. di Burioni) ha dichiarato un dato che non potevo lasciare in un angolino oscuro.

Mi riferisco al numero dei decessi provocati ogni anno in italia dalla somministrazione dei farmaci. Più avanti tratterò l’argomento documentando una serie di elementi.

Per chi gradisse leggere il c.v. di Roberto Burioni:

Burioni è anche professore ordinario di microbiologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ed è responsabile del laboratorio di ricerca immunologica: le sue ricerche sono concentrate da anni sugli anticorpi monoclonali umani. In Italia le ricerche sui farmaci monoclonali, che sono sotto i riflettori di scienza e politica internazionale in special modo dall’avvento della pandemia mondiale, sono per lo più studiati dalla statunitense Ely Illy, industria farmaceutica con sede a Minneapolis ma con 18 filiale sparse per il mondo, compresa l’Italia, la cui sede si trova a Sesto Fiorentino, ma con stabilimenti produttivi a Latina.

E’ molto importante parlare della Ely Illy perché solo ora si sta indagando su:

Il mistero degli anticorpi monoclonali che AIFA avrebbe rifiutato di accettare da Ely Illy

Gli anticorpi monoclonali servirebbero, spiegato in maniera semplice e sintetica, ad abbattere la percentuale dei decessi nei casi di persone che abbiano contratto la malattia denominata Covid-19. L’impresa propose la fornitura gratuita di 10.000 dosi di un farmaco sperimentale che può salvare la vita alle persone affette da Covid-19 in determinate condizioni di salute, come per esempio gli obesi o gli anziani. Il governo italiano, da quanto è poi emerso, rifiutò. A monte del rifiuto, il fatto che si tratta di farmaci in fase sperimentale.

Prima opposizione: anche i farmaci attualmente utilizzati per le campagne vaccinali sono in fase sperimentale, e secondo le stime dell’EMA – che ha rilasciato solo l’approvazione condizionata – resteranno in sperimentazione fino al 2023. Lo decide la scienza, non la politica. E la scienza decide in base ai protocolli scientifici.

Seconda opposizione:: per quale motivo l’EMA ha approvato, anche se con condizione, i vaccini in uso attualmente, ma non gli anticorpi monoclonali prodotti da Ely Illy?

Sulla questione, il 30 Dicembre 2020 fu presentata un’interrogazione parlamentare al ministro della salute Roberto Speranza, firmata dai parlamentari del M5S Giovanni Endrizzi, Maria Domenica Castellone, Elisa Pirro, Gaspare Antonio Marinello, Raffaele Mautone, Fabrizio Trentacoste, Giorgio Fede.

Ecco il documento originale dell’interrogazione parlamentare: cliccando sul pulsante rosso è possibile scaricarlo sul proprio PC

Ora, che Burioni sia virologo ci fa piacere. La scienza deve progredire e più è alto il numero degli scienziati, maggiore è la possibilità che le malattie vengano debellate.

Appare solo un po’ bizzarro che lo stesso virologo, ricercatore, persona che da anni si spende per la ricerca e la registrazione di brevetti sui farmaci monoclonali umani, non abbia almeno sostenuto l’offerta di Ely Illy di mettere a disposizione 10.000 dosi della sua cura a base di monoclonali. Però si spende costantemente per portare la popolazione a vaccinarsi obbligatoriamente, modificando addirittura dati importanti, come quelli relativi ai morti che, ogni anno, in Italia si verificano a causa delle reazioni avverse ai farmaci, come documenterò nel prossimo paragrafo.

Solo di recente Burioni ha parlato della possibilità di utilizzare gli anticorpi monoclonali nella lotta contro il Covid-19: dal minuto 8:00 le sue dichiarazioni recenti:

La situazione è talmente controversa che di recente la Corte dei Conti ha aperto un fascicolo su AIFA per indagare sui motivi del rifiuto, da parte del Ministero della Sanità e quindi del Ministro Roberto Speranza, di accettare queste dosi, peraltro in forma gratuita. Il sospetto di reato sarebbe quello di danno erariale. Dovremo attendere i risultati dell’inchiesta per comprendere meglio la situazione.

Sta di fatto che queste cure esistono dallo scorso anno, e sono le stesse che l’ex Presidente USA Donald Trump ha assunto a inizio pandemia. Eppure, le approvazioni – seppur condizionate – da parte dell’EMA e di AIFA, sono giunte solo nel 2021.

Nel frattempo, però, mentre in Italia si raccomandava ai malati di Covid-19 “Assunzione di Tachipirina e vigile attesa“, qualche migliaio di esseri umani poteva evidentemente essere salvato dalla morte.

Invece no: solo il 6 Febbraio 2021 in Italia viene varato il Decreto che autorizza alla “temporanea distribuzione di farmaci a base di anticorpi monoclonali” come si evince dal documento ufficiale del decreto in questione di seguito pubblicato:

Ecco cosa accadeva invece lo scorso anno: un aricolo pubblicato il 17 Dicembre 2020 su Il Fatto Quotidiano è utile a rammentare a tutti il corso delle cose accadute:

Burioni afferma che in Italia si verificano solo 25 decessi l’anno per effetti avversi ai farmaci: non è un dato certo e nemmeno documentato

Arriviamo ai dati e come sono divulgati pubblicamente. Burioni ha affermato, ospite della trasmissione che va in onda su Rai3 “Che tempo che fa”, che i vaccini anti Covid-19 sono sicurissimi, e che in Italia i morti per reazioni avverse ai farmaci sono 25 casi l’anno.

Ecco il video in cui Burioni rilascia questa dichiarazione: dal minuto 9:30

A quale “studio israeliano” che confermerebbe la totale sicurezza dei vaccini contro il Covid–19 si riferisce Burioni? E’ importante conoscere anche i riferimenti degli studi che vengono dichiarati pubblicamente, il gruppo dei ricercatori, il titolo dello studio, su quale rivista scientifica sono stati pubblicati.

Roberto Burioni, è cosa pubblica e nota, non è conosciuto come persona capace di divulgare in maniera moderata e portando, di volta in volta, i titoli di pubblicazioni scientifiche, o i dati statistici comunicando anche le date, e dove poter ritrovare le documentazioni che sciorina: ovviamente, di fronte a un comportamento come il suo, che tratta tutti – in maniera indistinta – al pari di idioti che devono accontentarsi di numeri sparati a caso, e senza dare modo alla gente, magari a quelle persone che poi vanno davvero a documentarsi per verificare se i dati che comunica corrispondono al vero, non solo non diffonde alcun senso di sicurezza, ma nemmeno di autorevolezza.

Sintetizzerò: Burioni usa l’autorità, non l’autorevolezza. E l’autorità – i modi autoritari intendo – vanno bene per chi ignora tutto, non per chi poi va a verificare l’esattezza di ciò che dice, o la correttezza dei dati che divulga.

Ecco una sua recente affermazione per cui si è poi dovuto scusare pubblicamente: dare dei “Sorci” ai cittadini non sembra essere una buona scelta…

Non è tutto, in quanto Roberto Burioni ha anche affermato qualche altra cosa che non corrisponde al vero: sempre durante la trasmissione “Che tempo che fa” dal minuto 8:30 Burioni in qualche modo minimizza l’effetto collaterale della miocardite (si sono registrati, solo in Italia, . Anche in questo caso: a quale “studio” di riferisce? Non da alcun tipo di riferimento…

Cosa succede davvero in Israele

Da Israele giungono informazioni meno graniticamente sicure. E’ questo il danno che si sta provocando a quei milioni di cittadini, in italia e nel resto del mondo, che oggi dubitano della scienza, delle istituzioni, dei virologi e dei partiti politici.

Burioni può continuare pure a dichiarare che chi non intende ancora vaccinarsi deve “essere chiuso come un sorcio”, ma non è così che si ottiene la fiducia delle persone. Di tutte le persone.

Quello che segue è uno stralcio, tradotto in italiano, dello studio condotto in Israele da un gruppo di ricercatori e pubblicato di recente.

Durante la mia indagine, ho potuto analizzare come questa cifra non corrisponda alla realtà: i numeri sono molto superiori a quelli dichiarati, superficialmente, dal virologo italiano.

Nell’aprile del 2021, un gruppo di ricercatori ha analizzato i dati relativi all’impatto della grande campagna vaccinale attiva in Israele. I dati sono stati loro forniti dal Ministero della Sanità israeliano. Non vi sono tracce di “assoluta garanzia di sicurezza” e nemmeno di “copertura vaccinale garantita” in questo studio.

Ecco uno stralcio, tradotto in italiano, e di seguito anche il documento originale – in lingua inglese – in formato .pdf

Come si legge chiaramente, gli epidemiologi non stanno emettendo grida di giubilo sull’assoluta efficacia e sicurezza di vaccini che, lo rammento a tutti, anche per l’Ema – agenzia europea di controllo sui farmaci – resteranno in sperimentazione fino al 2023. Che poi la stessa organizzazione abbia fatto sapere che per loro la sperimentazione procederà, per ovvie ragioni di sicurezza della salute umana, fino al 2023, ma che alla fine i governi europei possono decidere se rendere o meno obbligatori farmaci in fase ancora sperimentale, è un discorso diverso dal dire: “Sono sicurissimi, efficacissimi, non esiste alcuna ragione per non fidarsi a occhi chiusi”. Sono certa che nessuno può confutare questo coerente ragionamento.

Lo studio è stato pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Nature. Ecco anche il link: https://www.nature.com/articles/s41591-021-01337-2 e di seguito è possibile scaricare il documento ufficiale in lingua inglese e in formato .pdf:

Di seguito i nomi degli epidemiologi che hanno realizzato lo studio: Hagai Rossman, Smadar Shilo, Tomer Meir, Malka Gorfine, Uri Shalit ed Eran Segal.

Chi ha tempo può verificare chi siano costoro, inserendo uno per uno i nomi su un motore di ricerca.

Ecco, questa si chiama divulgazione trasparente. Studi, pubblicazioni scientifiche, nomi e cognomi degli studiosi che hanno partecipato a una ricerca…

Di recente si è anche verificato un caso paradossale, proprio in Israele presso il Meir Medical Center:

Burioni, però, usa Israele in maniera fuorviante con lo scopo di divulgare un’informazione strategica, ma non esattamente supportata da dati documentati e certi.

Se il virologo avesse la pazienda scientifica di attendere il tempo necessario per comprendere gli effetti di questi farmaci innovativi, anche in Italia ci troveremmo tutti molto meglio, come nelle nazioni europee limitrofe, e senza dover abusare della pazienza della popolazione.

Il suo comportamento, come quello di molti altri che in televisione urlano, strepitano e non permettono alcun tipo di riflessione basata sulle fasi della ricerca scientifica, ottiene – nelle persone dotate di un livello culturale maggiore e di capacità critica – un effetto devastante. Di fatto, crea il dissenso che poi, a livello politico, permette anche la creazione di aberranti terminologie, quali per esempio “NO vax” oppure “Cospirazionisti”.

La narrazione fuorviante

Nel video che segue, ecco Burioni rassicurare tutta la popolazione italiana. Notare come, dal minuto 15:34 si dichiari molto contento, e pure stupito, del fatto che i giovani stiano rispondendo in massa alla campagna vaccinale, andando contro il parere dei genitori in molti casi. E’ lecito che un ragazzo che abbia almeno compiuto i 16 anni scegla di vaccinarsi. Lo è meno l’uso che Burioni fa di questo fenomeno.

Questa narrazione è infatti fuorviante: Burioni non mette luce su un unico motivo che spinge i giovani a vaccinarsi: l’ottenimento del Green Pass, senza il quale la loro giovane esistenza è costretta a privarsi, ancora, delle normali attività quotidiane, di studio e ludiche. E’ sufficiente parlare con la gente, ascoltare genitori di figli di 12 o 14 anni che vogliono uscire dalla gabbia pandemica, e sono pronti a vaccinarsi pur di tornare in discoteca, o a mangiare una pizza in comitiva. Tra la narrazione fuorviante e la realtà quotidiana passano i soliti oceani.

Con ciò non intendo affatto dire che non esistano giovanissimi convinti che la vaccinazione anti Covid-19 sia la soluzione migliore per la propria salute, ma NON è la sola chiave di lettura, e basta fare un bagno di realtà per capire ciò che intendo. Parlare con le persone, con i genitori, e raccogliere le testimonianze dirette: ecco cosa si deve fare, per divulgare seriamente. Solo dopo si potrà dire qualcosa del tipo: “Molti giovani hanno scelto di vaccinarsi, dopo essersi informati a dovere, e sono convinti che la vaccinazione sia la scelta giusta per la propria salute e quella della collettività. Altri si stanno vaccinando solo per ottenere il Green Pass”: è chiedere troppo…?

E’ questo tipo di comunicazione pubblica assolutista, che è da condannare. Ed è uno dei motivi per cui molti cittadini non si fidano più delle istituzioni nazionali in tema di pandemia e, sopratutto, di campagna vaccinale. Se ciò che accade nella realtà non corrisponde alla pompose e autoritarie affermazioni pubbliche, il castello di carta cade rovinosamente.

Dottor Claudio Giarlandino: parlare chiaro e con dati scientifici certi serve a dare fiducia ai cittadini

A questo punto, seguite le parole del Dottor Claudio Giarlandino, che chiaramente è un sostenitore dei vaccini, ma spiega in maniera chiara e scientifica, alcune cose che in Italia nessuno ha intenzione di chiarire alla popolazione:

Tralasciamo lo sterile tentativo di Cecchi Paone, che durante la medesima trasmissione tenta di indurre i telespettatori a ritenere che quanto affermato dal dottor Giarlandino siano solo un cumulo di facezie, anche perché Cecchi Paone non fa che passare da uno studio televisivo all’altro urlando che tutta l’umanità deve obbligatoriamente vaccinarsi perché lo dice lui (non è chiaro il motivo di tanta autorità e pretesa da parte di Cecchi Paone che non risulta essere un ricercatore, un virologo o uno scienziato in generale) ma senza mai argomentare scientificamente, e senza mai dare l’idea di essere persona aperta al dialogo, come impattano le parole del medico su chi le ascolta?

E’ interessante, non divulga oscenità, rende noti dati reali, parla con dovizia di particolari, si dichiara apertamente a sostegno dei vaccini. Sta semplicemente utilizzando il metodo dell’onestà intellettuale. Che resta lo strumento migliore per non far saltare per aria il delicato equilibrio sociale, ormai stressato a dismisura.

Di fronte a dichiarazioni oneste, di fronte a dati scientifici inoppugnabili, di fronte alla riflessione attenta di un medico che NON dice “Non vaccinatevi” ma che porta conoscenza, motivi di riflessione e pezzi di realtà che accadono altrove, il cittadino è maggiormente portato a rilassarsi, sentendosi in buone mani.

La corsa della politica alla campagna vaccinale e la frenata dell’EMA che segue le fasi scientifiche della sperimentazione

Personalmente, prima di assumere qualsiasi farmaco ci penso 1.000 volte e mi consulto anche con più di uno specialista. Il mio organismo è tra quelli molto sensibili, con una recettività alla chimica a volte spropositata, di conseguenza non ingollo pillole o medicamenti come fossero acqua fresca. Ho avuto reazioni di vario tipo legata all’assunzione di farmaci, e non ci tengo a rischiare di attendere le conseguenze.

Per tale ragione, resto sempre stupita quando – con così tanta semplicità – si invita un popolo composto di decine di milioni di persone ad assumere a occhi chiusi, e in qualsiasi condizione di salute, un farmaco che, comunque, è ancora nella fase scientifica della sperimentazione.

Non vi è nulla di male, ritengo, a rammentare che è l’EMA a procedere per le giuste vie scientifiche: la sperimentazione di un nuovo farmaco passa da 4 fasi. I tempi sono lunghi e vanno rispettati. Poi, che i governi decidano altrimenti è un altro conto. Ma non si può dichiarare il contrario di ciò che dice la scienza.

Di seguito ecco una puntata della trasmissione video che conduco da anni, in cui spiego il significato di “Approvazione condizionata da parte dell’EMA”: è del 20 Luglio 2021, ed è l’ennesima di tante mie divulgazioni su base scientifca di come funzioni la ricerca, la sperimentazione e le approvazoni dei farmaci in Italia e in Europa.

Ogni lettore potrà a sua volta trovare conferma alle mie parole cercando per proprio conto le informazioni sui siti istituzionali: ecco per esempio cosa afferma il documento della Camera dei Deputati in merito alle 4 fasi sperimentali sui nuovi farmaci: potrete leggere che si parla di ANNI e non di mesi. Ciò conferma, senza alcun tipo di dubbio, che un conto è l’aver immesso in commercio i vaccini anti Covid-19 in tempi ristretti A CAUSA DELLO STATO DI EMERGENZA SANITARIA – e fin qui nulla da dire – un altro conto è divulgare che i vaccini in question sono “sicurissimi, sperimentatissimi e che possono assolutamente essere accettati a occhi chiusi, e magari anche imposti a tutta la popolazione”: sono certa che ogni singolo lettore comprende la differenza

Ecco il documento ufficiale della Camera dei Deputati leggete cosa viene riportato al capitolo “Fasi di sperimentazione clinica”. Riporto anche il link alla pagina del sito istituzionale: https://temi.camera.it/leg17/post/app_sperimentazione_clinica_dei_farmaci

Ho sentito parlare medici che si sono convinti che l’EMA o le case farmaceutiche abbiano solo deciso, per conto loro, di prolungare le sperimentazioni, e non che esista un protocollo scientifico che impone tempi lunghi prima di confermare l’approvazione standard. E’ questo il livello che permette la divulgazione di dati e notizie sconcertanti.

A costoro consiglio vivamente lo studio delle fasi sperimentali sui nuovi farmaci. Anche solo la snella lettura di questa pagina del sito ufficiale dell’Istituto Superiore della Sanità: sono certa che riusciranno a notare le differenze tra le loro opinioni personali e ciò che detta la scienza: (Cliccare sul seguente link) Come viene sviluppato e commercializzato un vaccino.

I dati reali sui decessi causati dalle reazioni ai farmaci

Infine, ecco la vera storia del numero dei decessi annuali in Italia a causa delle reazioni avverse ai farmaci. Burioni dovrebbe spiegare da dove ha evinto la cifra di “25 morti l’anno causati da reazioni ai farmaci”.

I dati reali infatti sono fermi al 2011, e non è una cosa che deve sconvolgere il lettore: in italia molti dati sono fermi a diversi anni fa, non vengono aggiornati, non si sa più nulla di certe statistiche. In una prossima indagine vi farò comprendere il mal funzionamento della pubblicazione dei dati, in diversi settori, che pur in presenza di leggi dello Stato le stesse istituzioni NON onorano.

Il fatto increscioso, è che sul numero dei morti causati dalle reazioni avverse da farmaci, l’Italia non tiene traccia. Il sospetto che arriva alla mente, è che se questo dato – che tra breve divulgherò – divenisse pubblico, si aprirebbe una grave questione morale e penale, che si abbatterebbe immediatamente sulle responsabilità, da distribuire tra politica e case farmaceutiche.

Funziona così: avete presente le orribili immagini che da qualche anno sono stampate sui pacchetti di sigarette? Sapete perché questa decisione? Serve a togliere la responsabilità alle industrie del tabacco in caso di morte accertata per tabagismo.

Negli USA nel corso degli anni furono pagati risarcimenti miliardari. Poi fu trovato ogni escamotages. A parte il fatto che nel belpaese è sempre più difficile poter dimostrare la correlazione tra assunzione di farmaci, o cure sbagliate somministrate in alcuni casi da certi medici, e l’aggravamento o la morte dei pazienti. Anche coloro che si beccarono l’epatite C a causa delle sacche di sangue per trasfusione dei tempi di De Lorenzo e Poggiolini dovettero sudare oltre 7 camicie per dimostrare la correlazione. Oggi è ancora più difficile, dal momento che la responsabilità – in caso di eventi avversi di qualsiasi tipo in campo medico – non si sa più di chi sia.

Ecco un articolo recente pubblicato su Libero che conferma che andazzo c’è in questo paese:

Assolvere, assolvere, assolvere. Mai prendersi le responsabilità. Siano essi medici, poltici o industrie farmaceutiche.

Ma torniamo ai dati sulle morti annuali causate da reazioni avverse ai farmaci.

Una dura – quanto inutile – battaglia fu condotta nel primo decennio del 2000 da Federanziani. Ecco uno degli articoli che trattarono l’argomento, pubblicato su QuotidianoSanità:

Chi desidera leggere l’articolo direttamente online può utilizzare l’url per accedere al sito: (link all’articolo: https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=4679#:~:text=un%20quadro%20spaventoso.-,In%20Italia%20sarebbero%20circa%2040.000%20morti%20l’anno%2C%201.752.,torta%20630.000%20giorni%20di%20prolungamento)

Secondo l’AIFA lo studio sarebbe “Metodologicamente sbagliato”, come si può leggere in quest’altro articolo:

ATTENZIONE però: AIFA è la stessa organizzazione che ha avuto, nel corso del tempo, parecchi problemi di morale e di etica. Ve ne documento solo alcuni:

AIFA nella bufera a causa della determinazione dei prezzi di un paio di farmaci: Lucentis e Avastin.

Ma attenzione, ecco l’informazione che farà comprendere a tutti come AIFA non rappresenti totalmente un ente di diritto pubblico indipendente come dovrebbe essere: fondata nel 2003, più volte nel corso degli anni ha palesato un certo interesse nel compiere azioni contrarie a ciò che un popolo si aspetta da chi gestisce la salute di milioni di persone: ecco la storia aberrante che capitò al Dottor Nello Martini, primo presidente AIFA che NON volle sentir ragioni sulle pressioni delle case farmaceutiche di modificare i bugiardini di alcuni farmaci distribuiti in Italia e in Europa.

Martini, di fatto, rifiutò per ragioni etiche e morali: troppe volte le case farmaceutiche obbligano gli enti di controllo del farmaco a modifiche strategiche che hanno il solo scopo di non permettere di dare responsabilità alle industrie farmaceutiche in caso di danni o decessi, e conseguenti richieste di risarcimento. E’ storia nota, ma siccome non se ne parla, allora si ritiene che certe realtà non esistano:

Ecco un articolo dell’epoca che tratta la storia di Nello Martini, che fu costretto a dimettersi dal ruolo di Presidente AIFA, fu condannato e poi assolto:

Altro articolo su Nello Martini che fu pubblicato su IlSole24OreSanità:

Porto questi esempi per far riflettere il lettore: può il cittadino fidarsi ciecamente di un’ente che dovrebbe sempre essere esempio di trasparenza, in considerazione del fatto che tratta temi delicatissimi come quelli relativi ai farmaci, alle reazioni avverse, ai bugiardini, ai prezzi che dovrebbero essere stabiliti SENZA la pressione lobistica da parte delle industrie farmaceutiche? Ovviamente, la risposta è: NO.

Per chi ancora avesse dubbi di ogni sorta, ecco una delle storie del passato, che fanno parte della storia d’Italia: una nazione che ha ceduto al compromesso storico della corruzione ormai da troppi anni. Alcuni di voi la rammenteranno: lo scandalo che vide AIFA ancora una volta coinvolta, in tal caso si trattava del famoso Aulin…

Ecco perché prima di fidarsi ciecamente è necessario riflettere attentamente, piuttosto che armare campagne paradossali – attivate ormai da una fetta di popolazione incapace di analizzare la realtà – e che si abbattono su chi sta solo cercando di vivere meglio in un sistema paese crollato sotto il peso, enorme, delle contraddizioni, dello sperpero di risorse pubbliche, dei diritti civili negati ai cittadini ormai da decenni, e di una comunicazione pubblica che non permette a molti di fidarsi dei governi, della politica e delle istituzioni in generale: come sempre, la trasparenza, i dati certi, la sincerità, pagano più della strategia politica e della propaganda.

Di seguito lo scandalo AIFA/Aulin (2008) – SCANDALI E TANGENTI

AIFA si mette spesso nella condizione di non permettere ai contribuenti di fidarsi ciecamente: è questo che affermo, prove documentali alla mano, non altro.

In considerazione dell’altissimo compito assegnato a questo ente, personalmente pretendo la massima trasparenza da parte dei dirigenti, dal momento che poi decidono – a quanto pare, viste le notizie e le inchieste e alcune condanne – che queste decisioni, a volte, non sono prese in maniera indipendente ma sotto la pressione di chi produce i farmaci:

Concludo: sono sempre stata una fervente sostenitrice della ricerca scientifica e dell’innovazione in campo medico e sanitario. Sempre lo sarò. Questa mia ennesima inchiesta ha un solo scopo: cercare di avviare un processo di rinnovamento di questa nazione, che non può continuare a procedere utilizzando il metodo della comunicazione strategica che, alla fine, genera disssesto sociale, cittadini impauriti, altri dubbiosi, altri ancora diventano complottisti.

Trasparenza, dati certi, documentazione resa pubblica alla popolazione – come avviene in altre nazioni europee – comunicazione istituzionale seria e che non lascia spazio al sospetto. E diciamolo: ogni tanto, qualche bella ammissione di aver sbagliato qualcosa, creerebbe una maggior affezione della popolazione nei confronti di chi la governa.

***Immagine di copertina da Wikipedia

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici e non ha mai ricevuto finanziamenti privati fino al Marzo del 2023.

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