Trump candidato al Nobel per la Pace: voglio l’Oscar anche se non ho mai recitato…

Trump candidato al Nobel per la Pace: voglio l’Oscar anche se non ho mai recitato…

Di Laura Farnesi

All’improvviso la notizia che non ti aspetti… Leggo di Trump candidato al Nobel che, per chi non lo ricordasse, facendo un veloce ‘copia/incolla’ da Wikipedia, è quell’onorificenza di valore mondiale attribuita annualmente a personalità viventi che si sono distinte nei diversi campi dello scibile umano, apportando “i maggiori benefici all’umanità”. Forte di questo mi dico: “Ma no, non ho messo bene gli occhiali”, oppure è la classica “fake news” per ingenuotti, una burla! Ma la realtà, come spesso accade, supera la fantasia e, ahimè, scopro che la notizia è verissima e il mio viso assume un’espressione basita, termine diplomatico appositamente scelto per nascondere ben altri pensieri nella mia testa. Rifletto… mi informo, voglio capire, devo essermi persa qualcosa di fondamentale, può succedere!

A dare l’annuncio della candidatura è Tybring-Gjedde che apprendo essere anche presidente della delegazione norvegese all’Assemblea parlamentare della Nato. L’uomo, durante un’intervista, motiva la scelta dicendo che il tycoon ha molti meriti, avendo fatto molto più degli altri candidati per cercare di ottenere la pace tra le nazioni. La pace tra le nazioni, la pace tra le nazioni, me lo ripeto mentalmente come un mantra… e mi viene in mente il suo slogan/tormentone “America First” corredato da muro (che mi evoca inevitabilmente la visione, nella storia recente, di un altro muro abbattuto, almeno fisicamente, in Europa) per evitare che il sogno americano vada a fondersi con la disperazione delle persone sfortunatamente nate dall’altra parte del confine. Cavoli, è questa la pace? Vado avanti… questo è solo un mio pensiero, chi sono io per poter pensare di aver capito tutto?

Leggo, dunque, che nella lettera inviata al Comitato per il Nobel, il buon Tybring-Gjedde sostiene convintamente che l’amministrazione Trump ha svolto un ruolo chiave nello stabilire le relazioni tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti. Andiamo più a fondo perché l’azione, tra l’altro, è a lungo raggio… si prevede, come conseguenza di un recente atto ufficiale, che altri paesi del Medio Oriente seguiranno le orme degli Emirati Arabi Uniti e l’accordo citato potrebbe, POTREBBE – chissà aggiungo io – essere un punto di svolta che trasformerà – cito testualmente – il Medio Oriente in una regione di cooperazione e prosperità. In effetti, un trattato commerciale – ripeto, commerciale – siglato di recente, tra Emirati Arabi e Israele, esiste ma… a parer mio è ben lontano dall’essere un accordo di pace e lo slogan che meglio potrebbe descriverlo è “money rules”. Ovviamente, Mr President si è subito detto onorato per la prestigiosa candidatura, sottolineando di esserlo per la sua leadership nella mediazione degli accordi di Abramo. Sia chiaro, auspico che l’azione di Trump, come leggo, si trasformi davvero in un importante passo avanti per un Medio Oriente – e non solo – più pacificato ma… nella mia testa non sparisce il tarlo. No, non riesco a farmene una ragione. Alla fine mi sento di essere pienamente d’accordo solo su una affermazione: sull’ammissione che, negli ultimi anni, ci sono state persone che hanno ricevuto il Premio Nobel facendo molto meno. Questo lo avallo.

Tornando a “bomba” per quanto riguarda il mio essere istintivamente perplessa, riemergono nella mia memoria una serie di vicende che proprio non riescono a farmi considerare Trump un uomo di pace. Senza andare a fare una noiosissima lista di azioni passate, per rimanere sull’attualità, mi è bastato leggereche il buon Donald avrebbe mentito agli americani sulla pandemia di coronavirus.

Il giornalista Bob Woodward, infatti, rivela la confidenza a lui fatta dallo stesso Presidente… Stando alle sue affermazioni si apprende che Il primo cittadino americano sarebbe stato informato già a fine gennaio della gravità del virus, commentando: “Questa è roba mortale” ma scegliendo volutamente di minimizzare il tutto presentandosi, anzi, sempre piuttosto sprezzante nei confronti della pandemia e di chi ne ha timore. Il giornalista avrà forse mentito o detto la verità? D’altra parte è successo – va detto – che il Presidente sia stato recentemente accusato di aver definito ‘sfigati’ o ‘inutili’ i soldati americani morti sul campo. Una frase a quanto pare mai pronunciata che – ha poi dichiarato il diretto interessato ribattendo alle accuse – neanche un animale potrebbe dire a un caduto.

Gli animali, in effetti, non cadrebbero mai così in basso. Attendiamo dunque di avere la conferma o la smentita anche della notizia riguardante la pandemia. Intanto, sempre senza voler fare il tedioso elenco delle cose che non mi convincono della vita – per quel che mi è dato sapere – di Trump, mi sovviene che è comunque sicuro il suo aver continuamente puntato il dito verso la Cina (che si sa, da sempre ha in simpatia) imputandole la colpa – addirittura la creazione – del disastro del virus, cavalcando tra l’altro un sentimento già in essere in America e non solo. Anche questa una prova eccellente di mediazione al fine di perseguire l’armonia tra popoli. No?

Cosa dire… a me pare che il Premio Nobel, già dato anche a Barack Obama (e qui qualcuno sottolinea che sarebbe stato sconveniente non conferire lo stesso riconoscimento anche a un premier biondo e più pallido), abbia il sapore, più che della meritata gratificazione d’eccellenza, quello di una sorta di “accordo paraculo”, per pacificare non il mondo ma ben altri interessi molto più circoscritti ma… questo è il mio mero pensiero. Idee che mi portano a essere meno imperturbabile della Regina Elisabetta II al momento di vedere Trump, suo ospite, non rispettare il protocollo secolare, camminando davanti a lei. Una cosa, dunque, imperdonabile! Aplomb che invidio a “Her Majesty” e che spero gli anni e le esperienze mi regalino. Comunque… passatemi questa riflessione/confidenza finale, fatemi dire che anche io, a questo punto, vorrei qualcosa di prestigioso di cui vantarmi. Sì, voglio essere candidata all’Oscar, magari vincerlo pure per… non aver mai calcato il palco!

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici e non ha mai ricevuto finanziamenti privati fino al Marzo del 2023.

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