Di Elisa Stefanati
Il caso cronaca che ha visto una ragazza di 23 anni perdere la vita dopo una cura dentale, ha riportato in questi giorni in primo piano un’importante riflessione su cosa significhi la sicurezza in odontoiatria. Senza entrare nel merito della vicenda di Perugia, sulla quale saranno le indagini giudiziarie a fare luce, può essere di pubblica utilità soffermarsi in via generale, sulle linee guida e sui protocolli internazionali in materia di anestesia locale, preparazione del paziente e sicurezza delle procedure odontoiatriche.
In Italia e nel mondo, ogni giorno milioni di persone si sottopongono a trattamenti odontoiatrici con anestesia locale. È una pratica consolidata, basata su protocolli internazionali rigorosi e su farmaci che presentano un margine di sicurezza molto ampio. La sicurezza in odontoiatria è il risultato di molteplici fattori.
Ne abbiamo parlato con il dottor Massimiliano Rea Odontoiatra presso Poliambulatorio ErrEsse a Ferrara.

Dottor Massimiliano Rea
Gli effetti indesiderati di un’anestesia locale sono rari e, nella quasi totalità dei casi, si limitano a reazioni lievi e transitorie- spiega il dottor Rea- un po’ di formicolio, un leggero capogiro, a volte un piccolo ematoma. Reazioni più serie – come allergie gravi o tossicità sistemica – sono eventi eccezionali e ben conosciuti dalla comunità scientifica, ma proprio perché conosciuti è possibile fare prevenzione, con tecniche di somministrazione precise e la prescrizione di dosaggi controllati.
La fase di anamnesi è fondamentale per avere informazioni accurate
Il primo passo per garantire la sicurezza di ogni procedura è una corretta raccolta dell’anamnesi. Il dentista valuta le condizioni generali del paziente, eventuali patologie in corso, farmaci assunti, allergie note e reazioni passate. Non si tratta di una formalità: è da questo momento che si costruisce un trattamento su misura, calibrato sulle esigenze cliniche e psicologiche della persona.
La reazione emotiva di ogni paziente non è di secondaria importanza
Un altro aspetto fondamentale, spesso sottovalutato, è la componente emotiva. La paura del dentista è molto più diffusa di quanto si pensi. Nei soggetti particolarmente ansiosi, l’organismo può reagire con sintomi che mimano una crisi medica: sudorazione, battito accelerato, sensazione di svenimento. Sono reazioni psicogene, e non segni di una vera intolleranza all’anestesia. Per questo il dialogo, l’ambiente rassicurante e, se necessario, una leggera sedazione cosciente aiutano a mettere il paziente nelle condizioni ideali per affrontare la seduta.
Regole preoperatorie: ci sono e vanno rispettate
Anche il rispetto delle indicazioni pre-operatorie è cruciale. In genere, con la sola anestesia locale non serve presentarsi a digiuno, poiché il paziente rimane cosciente e in grado di proteggere le proprie vie aeree. Tuttavia, se è prevista una sedazione più profonda, il digiuno può diventare indispensabile. In questi casi, il professionista fornisce istruzioni chiare, che vanno seguite con attenzione: dalla sospensione temporanea di alcuni farmaci, al non mangiare o bere nelle ore precedenti l’intervento.
Dosaggi in sicurezza
Un passaggio a parte sull’estrazione dei denti del giudizio inferiori che è l’intervento di cui si parla in questo triste fatto di cronaca. È un intervento di chirurgia orale ambulatoriale che, pur essendo tecnicamente più impegnativo rispetto a un’estrazione semplice, viene affrontato in anestesia locale con elevati standard di sicurezza. La maggiore profondità o la posizione del dente possono richiedere più tempo o una dose di anestetico leggermente superiore. Anche in questi casi, il dentista utilizza quantità ben al di sotto dei limiti massimi consentiti, sempre monitorando il paziente e la durata dell’effetto anestetico. Reiniezioni mirate, in mani esperte, non rappresentano un rischio, ma una garanzia di comfort e controllo del dolore.
La gestione dell’imprevisto
Infine, ogni studio odontoiatrico deve essere pronto anche per situazioni impreviste. La disponibilità del defibrillatore e la formazione periodica del personale (BLSD) sono obbligatorie. È grazie a queste misure, all’attenta anamnesi, al rispetto dei protocolli e all’attenzione per la condizione psico-fisica del paziente che la moderna odontoiatria garantisce oggi un livello di sicurezza tra i più elevati in ambito sanitario. I dati epidemiologici lo confermano: i decessi legati a trattamenti odontoiatrici sono rarissimi – pochissimi casi su milioni di procedure – e si verificano quasi sempre in presenza di fattori clinici preesistenti gravi.
Chi entra in uno studio dentistico può farlo con fiducia. La paura è comprensibile, ma non giustificata dai numeri o dalla pratica clinica quotidiana. La buona comunicazione, la personalizzazione del trattamento e l’adesione ai protocolli sono gli strumenti più efficaci per trasformare l’esperienza odontoiatrica in un percorso sereno, sicuro e privo di sorprese.
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