Roberto Vannacci ha ragione: i referendum costano caro ai contribuenti italiani – Vi spiego perché

Roberto Vannacci ha ragione: i referendum costano caro ai contribuenti italiani – Vi spiego perché

Podcast quotidiano a cura del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Le regole italiane sui referendum abrogativi consentono al legislatore – il Parlamento – di attuare SEMMAI l’esito referendario (quando quindi è stato raggiunto il quorum nel caso dei referendum abrogativi) e questo perché NON esistono norme che stabiliscano un periodo entro il quale debbano mettere in atto quanto chiesto dalla maggioranza degli aventi diritto al voto

Lo scandalo del referendum 2011, quello sull’acqua, è un esempio tra tutti: a distanza di 14 anni NULLA è stato fatto, le tariffe dell’acqua sono salite dell’88% e le federazioni che avevano proposto il referendum in questione, per chiedere agli italiani se preferivano che l’acqua restasse un bene pubblico – ottenendo ovviamente la vittoria – è oggi oggetto di denuncia presso la Corte Europea

Ecco perché, tra le altre cose, l’europarlamentare Generale Roberto Vannacci ha ragione quando contrasta il referendum abrogativo 2025 sul Jobs Act e sulla cittadinanza agli extracomunitari e perché dichiara che soprattutto Maurizio Landini si avvantaggia anche economicamente di questi referendum: nel mio servizio video di oggi ho spiegato come funzionano le cose, ho citato la legge in vigore sul tema dei referendum e dei rimborsi ai promotori e ho chiarito altre cose utili alla diffusione e concretizzazione di un VERO SISTEMA DEMOCRATICO in questo paese: conoscere è democratico…

***Foto di copertina: Di Ricp05 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=164326216

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