Le ragioni perdenti

Le ragioni perdenti

Di Lucaa del Negro

Quello che potete leggere riquadrato, è un articoletto curato dal sottoscritto e apparso sul canale “Twitter”: trattasi di appello scritto e pubblicato anche grazie al supporto di una piccolissima campagna regolarmente rifinita da compenso economico per la diffusione.
Esso, è stato visualizzato migliaia di volte, circa ottantamila secondo il social network; per una statistica e una scala di percentuali di comune utilizzo, sebbene calcolo lontano dalla scienza informatica e delle probabilità statistiche ufficiali, è plausibile pensare sia stato letto e quindi non solo visualizzato almeno ventimila volte.

Visualizzato 80.000, letto 20.000.

Quanti lo avranno compreso considerando che si tratta di un appello rivolto a tutti, nessuno escluso?

Per questo ultimo ragionamento, sempre a seguire la linea sopra indicata, l’ipotesi è di circa tremila persone,  migliaia quindi di interessati al tema che ci sta cambiando la vita: l’argomento intitolato a lettere cubitali con “il cuore in mano”, come si suol dire.
Se di questi 3.000 lettori -concludendo l’introspezione matematica richiesta- una metà e oltre è in disaccordo, mille Persone dovranno pur essere in sintonia, sbaglio?
1.000 Persone che hanno avuto la forza di reagire e che nonostante l’invito scritto, l’esortazione ricevuta, sono letteralmente sparite nell’oblio cibernetico che le ha ricreate.

In un battibaleno.

Si tratta di una (costruttiva) polemica che or ora voglio aprire?
Lo giudicherete Voi stessi e, immagino lo farete, non appena il prosieguo della lettura sarà fatto, o magari quando non rinunzierò a spiegare che quel motto, quello del vecchio adagio o roba simile, straziava i suoi lettori e senza mezzi termini con… ognuno ha quel che si merita!”

Pandemia o non pandemia, Governo o non Governo, il cittadino è restio a opporre resistenza, a contribuire ad essa, sebbene continuamente vessato e braccato da leggi ingiuste, talvolta addirittura non cosciente di quanto (male) gli viene procurato.
Già! Il contenitore di una massa enorme di Persone non violente per raggiunta comodità di esistenza, siano i social network ormai il solo regno della “attiva partecipazione”, in grazia di una bassissima letalità dei suoi contribuenti ottenuta con l’aiuto degli psicofarmaci regolarmente a disposizione e all’assenza di armi da fuoco, alla prova di “Resistenza”, non ha nulla da offrire, perché induce la condizione degli account verso il sicuro riparo, presentando sempre qualcun altro dei partecipanti a immolarsi per la causa.
Il fatto compiuto è una condizione di sterilità atta a stabilire lo status quo di ogni cittadino virtuale fattosi ammasso di like e molti re-twitt (per citare uno dei maggiori social network) utili per leccarsi le ferite e riprendere da capo l’esistenza servile, in qualità di erede dei leoni di un tempo, ed ora attivato all’ingrasso dei propri aguzzini e dei kapo.

Adieux!

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***Immagine di copertina: di Lucaa del Negro

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici e non ha mai ricevuto finanziamenti privati fino al Marzo del 2023.

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