Papa Francesco: elogio della vecchiaia

Papa Francesco: elogio della vecchiaia

Di Chiara Farigu

Il monito di Papa Francesco contro l’ossessione di uomini e donne disposti a sottoporsi ad interventi chirurgici di ogni sorta pur di scongiurare gli effetti dell’età che avanza, mi giunge mentre, davanti allo specchio, noto un nuovo segno sul mio viso.  Un evidente ‘portato dell’età’, come viene definito in campo medico. O una ‘ruga di espressione’, quando invece si vuole addolcire la pillola a chi quell’età tenta di esorcizzarla.

Comunque sia, dopo averlo osservato in lungo e largo, ho fatto scorrere il dito indice su quel segno per misurarne la lunghezza, tastarne la profondità e per studiare la possibilità, attraverso qualche escamotage di renderlo meno evidente agli occhi degli altri.

L’esplorazione, a onor del vero, è durata pochi secondi, il ‘ma chi se ne frega’ è arrivato giusto in tempo per spazzare via ogni velleità di ritocco artificioso a suon di cipria e pennello.

Uno in più o in meno che sarà mai, mi son detta, pensiamo alle cose serie. Eppoi tutto sommato, a ben vedere, trova la sua ragion d’essere con il resto della fisionomia di ‘vecchia’ signora, quale appunto mi accingo ad essere.

Accettarsi per quello che si è e non struggersi per quello che non si è e non si sarà mai è la filosofia di pensiero che mi accompagna più o meno da sempre e che, fin dal primo lockdown, mi ha portata a dire basta tingere i capelli lasciando che il grigio e il bianco avessero il sopravvento su un biondo che di naturale non aveva più niente e men che meno senso alla mia veneranda età. Un taglio sbarazzino e fresco ha fatto, e senza rimpianto alcuno, il resto.

Accettarsi, appunto. E volersi bene, come dice Papa Francesco. A ogni età e a maggior ragione quando non si ha più la freschezza e la tonicità di un tempo. ‘Le rughe, ribadisce Francesco, sono testimonianza dell’esperienza, della maturità. E la saggezza è come il vino buono, tanto più invecchi, più è buono. Coltivare il mito dell’eterna giovinezza come un’ossessione è profondamente sbagliato: una cosa è il benessere, altra è l’alimentazione del mito’.

Pensiero tranchant, questo di Bergoglio sulla spasmodica rincorsa all’elisir dell’eterna giovinezza, costi che quel costi. Purché mantenga quanto promette: visi levigati, labbra turgide,  corpi scolpiti.

Sconfiggere la vecchiaia è la parola d’ordine in questa ‘società dello scarto’, come la chiama Francesco, pronta a sbarazzarsi del ‘vecchio’, un tempo dispensatore di conoscenze e saggezza, percepito oggi come un peso, una zavorra di cui liberarsi al più presto.

Diventare vecchi è un privilegio. E come tale va vissuto, raccomanda il Papa mentre assesta un duro colpo al mito della giovinezza artificiale.

E mentre le sue parole riecheggiano nella mia mente, con le mani ripasso quelle rughe sparse qua e là sul mio viso e mi domando se mai un giorno riuscirò ad esserne anche fiera, al pari di Anna Magnani, che dopo aver faticato  tanto per averle non intendeva in alcun modo né attenuarle né tanto meno nasconderle.

Tempo al tempo, dico tra me e me.  Intanto le accetto. Poi si vedrà.

*Immagine Ansa

*Abbiamo raggiunto un accordo con l’autrice per la pubblicazione di alcuni suoi articoli. Il pezzo originale a questo link

***Immagine di copertina: un frame di questo video su YouTube

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