Di Lucaa del Negro
Sgombrare dalla scena politica l’ideologia pura con il fine di disorientare l’elettorato, fiaccare cioè il motore dei Partiti politici che hanno fatto la storia della Repubblica dal giugno del 1946, è stato un processo estremamente complicato; i vari e spiegati attraversamenti della storia talora forzati dalle scoperte tecnologiche declinati in un pensiero economico di ispirazione liberista, quel cosiddetto globalismo che impera nello circoscrivere lo stato a spettatore più che attore in attesa di percepire almeno il nuovo e superiore corso cinese, non possono che incontrarsi nella paralisi ed erosione di sistema che stiamo vivendo, in un moto cronologico ma disordinato che va ricondotto al compromesso storico degli anni ’70, anni in cui il Partito Comunista Italiano di Berlinguer scese a patti per governare la Penisola.

Registrare il pacato dissenso del Partito Socialista Italiano di Bettino Craxi è dovere di ogni storico, tuttavia la posizione dei garofanini adottata all’epoca, può benissimo oggi essere registrata come la giusta e onorevole difesa di interesse di Partito per evitare la marginalizzazione, sebbene la dichiarata posizione del PSI fu quella (il segretario socialista Craxi fu – e tale rimane fino a oggi- l’unico politico italiano ad alzare la testa difronte alle costrizioni USA) di voler tenere una solida alternativa di Sinistra.
Questa semplice trattazione, non può, non vuole e non sarà una critica rivolta ai due massimi esponenti politici del secolo scorso, attenta addirittura a tentare una valutazione con il senno di poi se il PCI abbandonò per entrare in Parlamento i principi marxisti che i socialisti (PSI) non ebbero il coraggio di gettare completamente alle ortiche: questa digressione non tratta in nessuna maniera della Democrazia Cristiana, Partito che prese la giovine Repubblica e la portò alla maturità passando -per stringere il tema e abbandonarlo immediatamente- per l’omicidio di Aldo Moro legato il drammatico evento a filo doppio con la sudditanza agli Stati Uniti d’America, il pegno mai riscosso per aver perso la Seconda guerra mondiale insieme a Giappone e Germania nazista.
A svolgere in maniera leggermente approfondita alcune importanti tematiche che tendono ad escludere anche le macchinose correlazioni tra economia, politica e le ingegnose attività dei gruppi di pressione (lobby) sui governi che si sono democraticamente succeduti e perduti nell’Europa comunitaria a partire dai ’60 includendo le tante, troppe presenze della malavita organizzata in mafie, tema quest’ultimo che continua a rimanere un brutto segno che infetta la Terra in cui il tricolore sventola, produce un impatto non per forza di cose devastante, pur dovendo registrare l’istituto della debellatio, la perdita della sovranità attraverso un processo (un tempo) di matrice militare.
Il restituire gli effetti e non le cause che caratterizzano un Paese quasi completamente difforme dalle innumerevoli illustrazioni del passato, un’Italia che si sposta alle urne in maniera sgraziata dai numeri dove il nepotismo più bieco e lo sfarzo dei Palazzi è inversamente proporzionale alla consapevolezza dei cittadini laddove i diritti anche costituzionali violati senza colpo ferire spostano la diffusa tensione civile in una sorta di “guerra civile psicologica” (pseudo identitaria) combattuta virtualmente e solamente così, è l’unica questione si dovrebbe intendere per questa lettura.
Il perché è presto scritto: trattasi di una deduzione ma poco approfondita per questo contesto delle collocazioni politiche che quotidianamente vanno a semplificarsi nella “trasversalità”, quelle posizioni che conducono gli ultimi indigeni a momentanei ripensamenti, a lampi di incredulità seguiti nei migliori dei casi dalla disaffezione alla partecipazione, riversando il comprensibile astio nei social network che vivono di queste bestialità spesso partorite da politicanti da avanspettacolo attraverso gruppetti di scapestrati sotto contratto e sotto scacco dell’IA.

Si badi bene: se le politiche di Destra alla prova dei fatti non riescono a mantenere minimamente la fase di propaganda che precede l’elezione e, se l’opposizione (la Sinistra) di governo è sparita del tutto, l’evidenza di aver cessato ogni attività -leggi di sovranità con il Quirinale come fosse un soprammobile da maneggiare tra anziani non autosufficienti- in favore di Organismi sovranazionali, conduce ad un effetto primo già coniato (“Unum Corpus“) e non necessariamente alla critica, oggi e mai come oggi impossibile da farsi perché appunto i presupposti sono del tutto spariti.
E dei milioni di “nuovi cittadini” indicizzati nel sottoproletariato e quelli che in un modo o nell’altro lo sono già senza un documento in tasca, non ne vogliamo seriamente discutere allontanando gli slogan per annotare almeno i freddi numeri ricomponendo con l’aritmetica le masse?
Qualora il lettore avesse dedotto di un resoconto finale dal tono negativo, slego subito il lacciuolo posto senza cura: ciò che si può intendere come “Unum Corpus“, è un effetto che nonostante sia (un) frutto di mala gestione che ha lasciato a terra centinaia di migliaia di italiani sanguinanti e, probabilmente, molti di più, lascia intendere di vari milioni di persone sì soggiogate, sminuite, mal pagate e diseducate a tal punto da essere dichiarati analfabeti di ritorno nel mezzo di realtà appena sufficientemente civili fino a quando tali rimarranno ma, pressapoco pacifici, vigliacchi alle volte ma per il fine di sopravvivere, umiliati spesso per modellarsi in attivi supporter virtuali delle élite che chiedono consenso fino a quando non verrà soppiantata questa formula.
“La carne nei discount a 2€ al chilo è disponibile!“, potrebbe essere quanto -alla fine dei nostri giorni da italiani- avemmo inteso ci fu detto…
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