C’era una volta il Ponte Morandi. Tre anni fa la tragedia: 43 le vittime

C’era una volta il Ponte Morandi. Tre anni fa la tragedia: 43 le vittime

Di Chiara Farigu

C’era una volta il ponte o viadotto Polcevera, meglio noto come ponte Morandi, dal nome dell’ingegnere che lo progettò. Per oltre 60 anni è stato il simbolo di Genova e nodo strategico per il collegamento fra il nord-Italia e il sud della Francia.

Tre anni fa, esattamente il 14 agosto del 2018, come un fulmine a ciel sereno, il crollo di uno dei tre piloni che sostenevano il ponte trascinando con sé un tratto di strada lungo circa 200 metri.

Una tragedia immane: 43 morti le vittime. Una ferita profonda non solo per Genova ma per l’Italia tutta. Le immagini fecero il giro del mondo.

Quel camion che si arrestò un secondo prima di precipitare nel vuoto divenne il simbolo della tragedia tra il prima e il dopo.

Sessanta anni di storia e di storie. Sessanta anni di viaggi di piacere e di lavoro. Sessanta anni di unione, di incontri di vita di milioni di italiani. 

Poi il crollo, il dolore, la morte. E oltre 600 gli sfollati.

 La ricerca delle responsabilità, le accuse a chi doveva e non ha fatto i necessari controlli, gli scaricabarile come sempre avviene dinanzi alle tragedie. 

Le promesse della politica di ricostruire quanto e meglio di prima. Ma soprattutto la determinazione dei genovesi di voltare pagina e guardare al futuro.

Poi il nuovo progetto dell’archistar Renzo Piano e i fondi per la ricostruzione. E nello sfondo la magistratura per appurare responsabilità e responsabili.

Una lunga storia che fatto e farà parlare ancora molto a lungo.

Dopo meno di un anno la demolizione di quel che ne restava. In soli sei secondi l’implosione di sessanta anni di storia, ridotti a ventimila metri cubi di detriti. Centinaia i genovesi appostati fin dal mattino per dare l’ultimo addio a quel simbolo che da quel momento non c’era più.

Da adesso comincia il futuro, titolarono i giornali.

Futuro che arrivò quasi in tempi record: dopo due  anni di lavori no-stop, alla presenza di Sergio Mattarella e delle più alte cariche dello Stato, il 3 agosto del 2020  l’ inaugurazione del nuovo ponte, chiamato  ‘Genova San Giorgio’, che verrà aperto al traffico il 5 agosto.

Immagine tratta da ligurianotizie.it

Sono passati tre lunghi anni da quella tragedia che, come è stato ampiamente appurato da verifiche successive, si sarebbe potuta e dovuta evitare.

Quel ponte sarebbe ancora in piedi se chi di dovere avesse provveduto alla giusta manutenzione e al costante monitoraggio della tenuta di bretelle piloni e ciò che necessitava di cure e attenzioni. E  controlli periodici.

Troppi i se e troppe le domande ancora senza risposta.

Così come il timore che ancora una volta non abbiamo imparato nulla o quasi quando si antepone il profitto alla sicurezza.

E che tante altre volte ancora dovremo raccontare ‘c’era una volta’.

*** pubblichiamo il pezzo di Chiara Farigu grazie a un accordo con l’autrice. L’articolo originale si trova a questo link

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